La  città delle palme si appresta a vivere un evento di assoluto rilievo, per dare voce alla creatività dei giovani. La Biennale Adriatica di Arti Nuove 2003 interesserà la parte storica e quella di recente edificazione di San Benedetto, dove verranno esposte opere di artisti internazionali, selezionati tra le oltre 400 adesioni. Installazioni, videoart, grafica, architettura, netart, fumetto, pittura, fotografia saranno posizionati alla Palazzina Azzurra, al Mercato Ittico, alla galleria del PortoGrande e nell'aula Consiliare, dal 16 al 21 luglio.

Nella Riviera arriveranno artisti anche dall'India, Turchia e Thailandia, alcuni già affermati. Per la sezione videoart Jerome Symons, Ra Di Martino, Christian Caliandro, Deborah Hirsch, Lola Marazuela, Paco Mesa. Nella categoria pittura da segnalare il ripano Mario Vespasiani, nel segmento baan lab, dedicato alla sperimentazione, gli artisti sambenedettesi Emidio Sturba e Luca Parmegiani, tra i selezionati nella zona musica digitale, il gruppo locale Ubik.

L'input politico è stato dato dall'assessore alla Politiche Giovanili, Pasqualino Piunti, coadiuvato dal collaboratore Stefano Nico, dal direttore del comparto, Paola Scatasta, e dai professionisti del pianeta arte: il direttore artistico Luigi Maria Perotti, il docente universitario Valentina Tanni, gli esperti Massimiliano Tonelli, Luca Panaro, Renato e Mauro Bianchini, i consulenti per i settori fumetto, Michele Rossi (Acquaviva nei Fumetti), grafica, Salvatore Santuccio (decente presso la facoltà di Architettura di Ascoli), per la musica digitale il critico musicale Franco Cameli.

"Dopo qualche anno -ha illustrato l'assessore Piunti- riportiamo la cultura e l'arte al Mercato Ittico. L'ultima volta fu usato per Un Mare di Corda, iniziativa che recuperava gli usi della marineria, in questa circostanza leghiamo le espressioni contemporanee alla nostra storia, tra l'odore della salsedine e le voci dei pescivendoli. Sono 800 mq all'interno del mercato dove si svolge l'asta del pesce, sulla banchina del porto peschereccio".
La scelta di diversificare gli spazi espositivi, affiancata a quella delle performance itineranti è motivata dalla volontà di assottigliare la distanza tra l'arte e la gente, calamitando l'attenzione di persone apparentemente non interessate all'innovazione.