Si chiariscono i termini della querelle Giudici/Ato. L'ex consigliere azzurro, ora del Gruppo Misto,   ha sfoderato due assi: una risposta del Viminale, e il ricorso alla sentenza di primo grado nei termini stabiliti dalla legge, fatto da egli stesso e dal cittadino elettore Enrico Urbanelli.  All'esponente del Gruppo Misto, nei giorni scorsi sono arrivati i siluri di Vincenzo Rosini, Lega Nord, e Giovanni Gaspari, Ulivo, i quali hanno creato allarme nella maggioranza dichiarando che Giudici sarebbe decaduto dalla carica di consigliere, a causa del ricorso tardivo alla sentenza che ha decretato l'incompatibilità a sedere nell'aula municipale. Se tale ritardo fosse stato comprovato, sarebbe saltata l'importante adunanza di lunedì sull'avanzo di bilancio.  Il consigliere ha assicurato che il ricorso è stato inoltrato nei termini di legge alla Corte d'Appello di Ancona. A queste condizioni il consiglio sull'avanzo è legittimo.

"Siamo di fronte -ha detto Giudici- a una situazione sconcertante. Finché lo fa il leghista Vincenzo Rosini, personaggio conosciuto nella politica, questo è normale; ma quando certe azioni le fa il capogruppo Ds, Giovanni Gaspari, che è una persona seria, rimango stupito".

L'ex forzista ha spiegato di essere domiciliato presso l'avv. Massimo Ortenzi di Grottammare, per tale motivo i conti vanno fatti a partire dal giorno della notifica della sentenza al legale, cioè dall'11 giugno. La normativa (Dpr 570) specifica che il ricorso può essere fatto dall'imputato entro 20 giorni dalla notifica della sentenza, oppure da un qualsiasi altro cittadino entro 35 giorni dalla pubblicazione. Il 30 giugno sono stati presentati i ricorsi dell'ex azzurro e del cittadino elettore Enrico Urbanelli. Se quello che dice il consigliere risponde al vero i conti tornano e l'assise è regolare. L'unico neo è il ritardo con cui il Comune ha recapitato all'avv. Ortenzi l'atto, pubblicato nell'albo pretorio il 28 maggio e solo l'11 giugno inviato al legale.

"Costoro -ha proseguito il consigliere- stanno facendo sciacallaggio politico. L'unico organo che può dire se sono decaduto è la Corte d'Appello di Ancona. Mi viene spontanea una considerazione: in Parlamento il capogruppo della Lega ha detto al Ministro Pisanu di cambiare lavoro. Penso che l'abbia detto perché non conosce il suo compagno di partito Rosini, altrimenti  cambierebbe egli stesso mestiere".

L'altro asso di Giudici è la risposta sull'incompatibilità, del Ministero dell'Interno, a un lettore del Sole 24 ore: non sussiste causa di incompatibilità tra la carica di consigliere comunale e dell'Ato. Nella stessa direzione si erano espressi l'Ufficio studi legislativi della Regione e il segretario comunale. Se Giudici ha ragione perderanno credibilità i detrattori.