Sorrisi di carta
| La politica è una cosa seria.
di Benedetta Trevisani
Che buonismo di carta in tempi di elezioni. Sorrisi enormi dai cartelloni pubblicitari. Troppo grandi, troppo pieni di denti, per risultare veramente autentici o spontanei. Nemmeno una faccia arcigna, un po' incazzata, come intanto gli assalti verbali della gara politica nazionale e locale lasciavano presupporre.
Senza tregua la guerra degli schieramenti opposti e campagne elettorali sempre più violente nei linguaggi e nei comportamenti, ma facce rassicuranti offerte ai cittadini, che in più sono stati rassicurati dalle qualità declinate sui manifesti a garanzia di virtù pubbliche e private dei candidati alle elezioni politiche o amministrative.
A giochi conclusi restano ancora sulle strade cartelloni e manifesti sbiaditi, con i sorrisi stanchi e le parole invecchiate, perché ormai superate dagli eventi.
Dalle parole bisogna passare ai fatti che, a differenza delle facce, non possono limitarsi a essere belli o brutti in senso estetico. A governare una nazione, una città, un paese c'è veramente da giocarsi la faccia e, se anche è vero che sono sempre possibili operazioni cosmetiche che rimettono a nuovo fisionomie politiche compromesse (sono davvero tanti gli esempi), quel che è detto e quel che è fatto sono cose che vengono puntualmente registrate nelle pagine della cronaca, se non nelle pagine della storia, dove restano a denunciare incoerenze e incompetenze.
La denuncia naturalmente serve a qualcosa dove ci sono memorie attive, coscienze avvertite. Si verifica invece sempre più spesso che il liberistico laisser faire, laisser passer da strategia economica diventi arbitrariamente strategia politica involgarendosi in tattiche spregiudicate miranti alla conservazione di posizioni e privilegi di singoli o di gruppi politici senza che questo urti la pubblica suscettibilità o venga vissuto dalla gente come un insulto ai valori di una democrazia liberale.
Si assiste in tal modo a uno spettacolo indecoroso di degrado che non è solo politico, ma anche sociale, anche culturale, anche civile e morale. E' allora che i sorrisi profusi per la pubblicità sembrano essere piuttosto una presa per i fondelli ai danni degli elettori.
|
19/08/2003
Altri articoli di...
Le strade musicali dell'Ebraismo nel compendio cinematografico di David Krakauer
Quando il giornalismo diventa ClickBaiting
Kevin Gjergji