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Riflessione sul turismo a San Benedetto

| Novelli:" Credo che per San Benedetto sia necessario quello che gli specialisti delle volate in bicicletta chiamano un colpo di reni".

di Renato Novelli

Vorrei far partire questa riflessione sul turismo a San Benedetto da un'affermazione dell'assessore comunale  Gabrielli. In un'intervista al Corriere Adriatico di Lunedì 18 Agosto, partendo dal tutto esaurito del mese di Agosto a San Benedetto, ha affermato  "Preferirei non parlare di crisi quanto di una congiuntura a livello europeo che riguarda diverse località turistiche italiane, quindi non creiamo facili allarmismi".

Condivido il riferimento ad uno scenario più ampio per il calo del turismo sulle spiagge italiane a sistema turistico di massa, ma ne traggo conclusioni assolutamente opposte a quelle di Gabrielli.

Se il calo di presenze riguarda località simili anche nel Tirreno e nell'Adriatico, ci sono due considerazioni da fare:
1)" la crisi"  è profonda, riguarda un comparto intero del turismo che ha assicurato presenze e reddito nelle località balneari.
2) "la congiuntura" sfavorevole a livello europeo presenta aspetti niente affatto congiunturali perché è dovuta alla recessione economica nei paesi dell'EU (Italia nel gruppo con maggiori problemi) e alla caduta del modello turistico "mare, sole, relax" in favore di una domanda più articolata di turismo culturale, gastronomico, naturalistico, esperenziale (mi si scusi il termine tecnico).

Se guardiamo alle ricerche sui trend turistici di lungo periodo, la collocazione di San Benedetto nel quadro di queste difficoltà, presenta due aggravanti che deduco da un articolo della rivista Economia Marche di Aprile:
3) San Benedetto è interna ad un sistema turistico regionale con elementi di debolezza rispetto ad altre regioni. Il Touring Club nel 2001 ha calcolato un indicatore sintetico per misurare le performance del turismo  a livello regionale in Italia, in base al quale la vitalità del turismo nelle Marche viene valutata inferiore alla media nazionale per via di tre fattori:
a) la scarsa diversificazione per nazionalità delle presenze, nonostante la regione abbia una forma diffusa di ospitalità
b) la concentrazione del periodo turistico in due mesi estivi che alimenta la pressione sulle infrastrutture e l'accentuata stagionalità dei flussi che abbassa il grado di utilizzazione delle strutture ricettive e ostacola la diffusione di esercizi di grandi dimensioni o di sistemi a rete dei piccoli
c) gli squilibri ambientali, il sovraffollamento, il disordine edilizio, soprattutto lungo la costa
d)  gran parte dei visitatori proviene dalle Marche stesse e dalle regioni confinanti

4) San Benedetto (i dati sono su base provinciale, ma tant'è), dal 1965 al 2000 ha avuto, tra i centri delle Marche, l'indice più alto di espansione delle strutture ricettive e del numero di turisti. Un processo costante, legato all'allargamento sociale delle vacanze.Abbiamo offerto una buona ospitalità cavalcando l'onda dello sviluppo turistico, ma, proprio per questo, non abbiamo sviluppato un sistema turistico specifico con la valorizzazione delle risorse di tutto il territorio.

I Piani di spiaggia e il Piano Regolatore sono strumenti locali indispensabili per non entrare nel tunnel del calo di presenze, utili a migliorare la situazione e ad incidere sulle storture più forti, ma non potrebbero mai essere di per sé, risolutivi rispetto ai nodi del mercato turistico oggi.
 Credo che per San Benedetto  sia necessario quello che gli specialisti delle volate in bicicletta chiamano un colpo di reni. La costruzione, cioè, in tempi rapidi di un sistema turistico integrato nel territorio e orientato alla segmentazione del mercato attuale. Un sistema, cioè, che articoli l'offerta su un'immagine forte e riconoscibile della località non cittadina, ma territoriale.
Rimini, Riccione e dintorni, per esempio, hanno reso sempre più vivace, specialistico, fantasioso il "divertimentificio" vendendolo come tendenza.
Non sono certo in grado di definire questo sistema per noi, ma vorrei indicare alcune linee che ho letto ed imparato nel mio lavoro di ricercatore.
Un principio che ho sentito  da un funzionario ONU tanto tempo fa come guida per i soggetti pubblici: fare, saper fare, far sapere
Il fare di un'amministrazione pubblica dovrebbe essere il produrre eventi significativi, coerenti alla produzione un'identità del turismo (e mi riferisco per contenuti agli interventi di Gino Troli e Giovanni Gaspari), l' aiutare con indirizzi generali gli imprenditori operanti e il cercare nuovi soggetti pronti ad operare su proposte innovative.
Il saper fare è partire dall'esistente positivo e contribuire a farlo entrare in una fase sistemica territoriale. Per fare un esempio,  alla valorizzazione culturale del territorio si coniughi con la domanda turistica segmentata, come ha messo in evidenza Verducci (Il Messaggero 7 Agosto) assessore provinciale alla Cultura. O ai ragionamenti di un'imprenditrice molto lucida come la Presidentessa del FAI Giulia Pignatelli  che insiste sempre sulla qualità dell'offerta e sulla ampiezza di orizzonte da raggiungere per la domanda. O ancora a iniziative sulla qualità alimentare come "Il mare d'inverno" promossa dallo Slow Food.
Infine il far sapere vuol dire offrire una specificità reale, territoriale, ma  anche essere capaci di avere un posto nella mappa delle località con identità turistica precisa e voce in capitolo. Devo ricordare che Riccione sponsorizza un canale televisivo con la cantante Jo Squillo ?

The Economist del 2 - 8 Agosto, pubblica un survey sul turismo internazionale. Terrorismo e SARS noln hanno fato crollare il mercato, ma solo le compagnie a basso costo beneficiano del fatto. Qualche giorno in campagna o al mare nella propria patria, sempre con un obbiettivo di conoscenza e poi spiagge esotiche. Nel futuro due grandi serbatoi di nuovi turisti: i cinesi e gli anziani dei paesi ricchi. Questi ultimi vogliono fare vacanza con cure estetiche e sanitarie, vogliono usare il tempo libero per essere più sani, più curati nel fisico, più colti, più esperti di cucina o di altro.

Centri di estetica altamente qualificati, una sanità efficiente ed attrezzata, ma soprattutto dal volto umano, sono strutture importanti quanto alberghi e case in comproprietà (oggi acquistare un immobile nella riviera non è affatto facile) per attrarre gli anziani senza perdere neppure uno dei clienti attuali

Nel corso del 2002, in Adriatico sono entrati 270 yacht di super lusso per crociere in Croazia. Non si tratta solo di sceicchi, ma dell'ultima frontiera del turismo di tenore medio - alto: pochi passeggeri, visite mirate con a disposizione Smart car ad ogni approdo. Una visita approfondita alla città di Ascoli, acquisti nelle ditte calazaturiere più esclusive, un mini corso di ricette tradizionali sambenedettesi collegato ad un Parco Enogastronomico del Piceno, un centro di estetica a livelli di qualità (e non necessariamente di sfarzo) internazionale. C'è chi pensa che sarebbe una prospettiva impossibile ?

 Si tratta, oggi e non domani, di passare da una fase di turismo di vacanze estive di spiaggia ad un sistema di comunicazione permanente e proposta del territorio non solo come entità geografica, ma come molteplicità unitaria di un'identità ambientale e storica ben definita.

21/08/2003





        
  



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