Se una conferenza stampa viene convocata a seguito di un esposto meticoloso e conciso, e soprattutto viene affrontata dal sindaco con un sorriso amaro, quale ragione vi sarà? Ma guarda questo sindaco! Io prendo le sue difese perché ha gridato alla città di sentirsi ricattato e lui risponde che trattasi di "ricatto politico": è proprio fuori dal mondo!

Sarà anche vero che l'esposto mi ha dato visibilità, ma è altrettanto vero che la sua condizione, sindaco, di inefficienza, di incatenamento, di incasinamento la sottopone costantemente, visibilmente, negativamente, e innegabilmente tutti i giorni, alla cronaca cittadina, sicuramente con maggiore visibilità della mia.
Sono tutti uguali quelli della Casa delle Libertà: siccome hanno avuto consenso con le menzogne programmatiche, appunto come i mercanti di frottole, oggi non accettano nessun confronto. Sindaco, la sfido a dimettersi, e vedrà oggi chi avrà più consenso tra me e lei.

E' proprio vero che le bugie hanno le gambe corte. Questo sindaco è sorprendente, il primo a parlare di "ricatti" è stato proprio lui e oggi viene a mitigare il ricatto in "ricatto politico". Che significa mai? Nel frattempo proprio perché lui non è "ricattato" senza nessuna ragione, mette alla porta l'assessore Gabriella Ceneri perché glielo ordina Forza Italia: e lui questo ha il coraggio di chiamarlo "ricatto politico".

In una recente dichiarazione Forza Italia criticava la delibera del Piano idea, perché mancante dei contributi di An e FI, aggiungendo che "è questo che non va più giù ai partiti del Polo".
E lui questo lo chiama "ricatto politico". Sempre da recenti dichiarazioni rese dalla Casa delle Libertà, si aggiunge che da più di due mesi i partiti della maggioranza hanno consegnato documenti ufficiali composti da diverse cartelle al prof. Bellagamba. La risposta è stata una proposta di delibera redatta dal prof. Bellagamba, che non soddisfa perché dimostra di non aver capito lo spirito di collaborazione e di apertura  dimostrata dai partiti, anzi inserisce alcuni suggerimenti delle "forze politiche" e li fa apparire come qualcosa di accettato senza molta convinzione.

E lui questo lo chiama "ricatto politico". La sensazione che si ha, e che ormai è percepita dalla maggioranza dei cittadini e trova conferma ufficiale dalle  dichiarazioni rese dai partiti della Casa delle Libertà, in sede di conferenza stampa, è che dietro le parole "partiti" o "ricatto politico" si nascondono "personalismi" e "pressioni" che rallentano vergognosamente l'attività amministrativa.

Sarà forse vero che non sono i partiti, quali soggetti attivi, a modificare piani e delibere, ma gli uomini che ad essi appartengono che, attraverso il potere delle tessere, decidono di sottoporre il primo cittadino a condizionamenti che oggi lui afferma essere "ricatto politico".
Sindaco, dia retta a me, si affretti a dimettersi se conserva ancora un po' di dignità personale. Sicuramente la città ne guadagnerebbe.     

* Segretario regionale Italia dei Valori