Il consiglio comunale veregrense è tornato ad occuparsi del Villaggio del Lavoro.

A fornire l'occasione è stata una interrogazione del capogruppo dei Ds, Aronne Perugini, con cui si chiedevano chiarimenti in merito ad alcuni aspetti riguardanti l'operazione.

I Ds chiedevano che si facesse luce sulle motivazioni in base alle quali non si era provveduto a chiedere la valutazione d'impatto ambientale che, secondo una normativa regionale, è obbligatoria e preventiva per insediamenti superiori ai 40 ettari.

Secondo i chiarimenti forniti in consiglio, gli amministratori hanno dimostrato di sentirsi convinti di essere nel giusto e di nulla dovere per ovviare a tale lacuna. A sostegno di tale convinzione gli amministratori hanno addotto due motivi: le zone sarebbero state suddivise in più stralci di dimensioni inferiori ai 40 ettari, inoltre la delibera di giunta regionale che prevede l'obbligo della V.I.A. sarebbe successiva all'approvazione della variante dello strumento urbanistico istitutivo del Villaggio del Lavoro.

La posizione della minoranza si discosta da quella dell'amministrazione. Si sostiene che le dimensioni che rilevano sono quelle complessive quindi dei 126 ettari totali, anche se divisi in diversi stralci e che l'approvazione dei planivolumetrici attuativi è successiva alla delibera di giunta regionale. Inoltre, ci sarebbe una direttiva dell'Unione Europea che interviene in materia. Nel corso del consiglio gli amministratori hanno sostenuto che è in previsione un incontro chiarificatore con la regione ma, secondo indiscrezioni, pare che l'ente regionale abbia già le idee ben chiare e si paventa un possibile stop dei lavori.