Ho partecipato, come ospite e su invito, alla Conferenza Ministeriale convocata a Siracusa dal Ministro alle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo nei giorni 12 e 13 settembre sul tema "Le donne nei processi decisionali e politici", un evento programmato nel semestre di Presidenza Italiana dell'Unione Europea. Illustri relatori hanno affrontato l'argomento sotto il profilo della competenza e dell'esperienza del ruolo ricoperto: ministri provenienti da paesi diversi, legati dal progetto europeo nel quale sono già inseriti, come la Francia, o che stanno per esserlo, come la Turchia o la Polonia, Parlamentari Europei Presidenti di commissione, come l'on. Karamanou, oltre a numerosi esponenti del mondo politico, sociale e imprenditoriale italiano ed europeo. 

Si è così composto un mosaico in grado di  fornire un panorama completo della condizione femminile attuale in Europa e di delineare le possibili strategie per superare le innegabili difficoltà che caratterizzano il percorso di conquista dei luoghi politici e decisionali. Com'è noto, il ministro Prestigiacomo ha lanciato la proposta di siglare un patto di rappresentanza che impegni tutti i partiti europei a candidare nelle liste non meno del 30% di donne, quale punto di partenza "perché rappresenta la soglia al di sotto della quale non si può scendere".

La parità effettiva tra donne e uomini è posta tra gli obiettivi dell'Unione Europea, essendo  espressamente prevista nella Bozza di Convenzione, parte I, art.3. Si tratta di una parità non formale, ma sostanziale, infatti nella parte dei diritti fondamentali si afferma: "Il principio di parità non osta al mantenimento e all'adozione di vantaggi specifici a favore del sesso meno rappresentato" e nella parte "Politiche dell'Unione" (parte III art. 2) si ribadisce che "l'azione dell'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze e a promuovere la parità tra uomini e donne".

Credo che la posizione ufficiale del Ministro Prestigiacomo sulle quote ponga la questione sul piano legislativo, in termini di modifica delle leggi elettorali, obiettivo comunque auspicabile, visti gli esiti negativi sulla rappresentanza di genere osservati negli ultimi anni a seguito della vigente normativa. Naturalmente non sarà possibile operare in tal senso per il prossimo appuntamento alle urne per  il rinnovo del Palamento Europeo, per questo ci si augura che i Partiti possano recepire l'appello del nostro Ministro, in regime di autoregolamentazione.

Inevitabile, per me, ricordare il Convegno organizzato in giugno nella nostra città. Numerosi sono i parallelismi sulle tematiche affrontate, ma sorprendente è la coincidenza perfetta delle conclusioni. Ciò conferma la qualità  degli interventi e dei relatori e il pieno raggiungimento degli obiettivi posti dal nostro Convegno. Mi gratifica, comunque, sottolineare la significatività della tematica affrontata a San Benedetto, sostenuta anche dalla Commissione Europea, che ha concesso un cospicuo contributo e dalla piena corrispondenza alle linee politiche tracciate sul punto dal nostro governo, peraltro condivise, in maniera trasversale, da quasi tutte le forze politiche.

Confermo, quindi, il mio impegno, per suscitare una cultura delle pari opportunità anche nella nostra città, laddove certi noti avvenimenti che purtroppo mi hanno travolto, comprese le scelte operate  per la mia sostituzione, dimostrano che nessuna valenza si intende riconoscere all'apporto femminile in termini di risorsa per la politica.

* Già assessore comunale alle Pari Opportunità