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Settore calzaturiero: situazione a rischio

| MILANO - Rossano Soldini, presidente dell'Anci, lancia il suo grido d'allarme.

di Stefania Ceteroni

"Se non si protegge il Made in Italy sono a rischio l'occupazione, le imprese, la competitività del prodotto italiano". Dal Micam di Milano giunge un segnale d'allarme da parte del presidente dell'Anci. Un allarme che non risparmia le aziende calzaturiere marchigiane e, in particolare, quelle del distretto fermano-maceratese.

"I dati dell'attuale congiuntura sono tragici per chi produce in Italia. Potrebbero sicuramente essere migliori se avessimo, come in America, delle regole ben precise sull'importazione, regole che possano tutelare la produzione nazionale e il consumatore". Con queste parole Rossano Soldini ha espresso il suo punto di vista agli imprenditori ed operatori del settore calzaturiero presenti, in questi giorni, alla fiera più attesa dell'anno da parte degli operatori del settore calzaturiero.

"Tutti gl indicatori congiunturali segnalano il 2003 come un periodo negativo per l'industria calzaturiera e lasciano poche speranze per i mesi del secondo semestre che ancora rimangono". E lancia un appello alle istituzioni. "Oggi che il nostro settore vive un momento molto negativo, fose il nostro allarme sarà finalmente raccolto anche dai politici".

In effetti le indicazioni che provengono dall'ufficio studi Anci - raccolte nella consueta indagine presso gli associati, offrono un quadro tutt'altro che confortante. Il consuntivo 2002 si era già chiuso co un arretramento non marginale dei livelli produttivi, situazione purtroppo confermata anche ni primi sei mesi del 2003.

Soldini passa poi all'illustrazione di sette proposte concrete per migliorare la sitauzione del Made in Italy.

L'obbligo, come in America, di apposizione del marchio di origine ben evidente accanto al nome del prodotto sulle calzature di importazione.

Il controllo delle dogane sulle calzature che entrano abusivamente con il marchio "Made in Italy" o senza marchio di origine.

Il controllo, alle dogane, che tutte le calzature importate abbiano ben visibile il marchio del paese di orgine, stampato sul sottopiede accanto al marchio della calzatura.

Una maggiore sensibilizzazione, con la pubblicità, dell'opinione pubblica italiana sul valore dei prodotti nazionali.

La promozione in Italia e all'estero del marchio Made in Italy.

In riferimento all'art. 517 del codice penale, inasprimento delle pene con aumento dell multe, confisca del bene imortato illegalmente, chiusura immediata, anche se a tempo, dell'attività che ha commesso l'illecito.

Chiedere ed ottenere almeno l'applicazione del concetto di reciprocità con tutti i paesi sui dazi doganali.

"L'indicazione forse più preoccupante del quadro congiunturale - conclude Soldini - è la negatività delle aspettative: la ripresa è ormai rimandata al 2004. Gli imprenditori sono sfiduciati: lo dimostra il calo dell'occupazione fino ad oggi contenuto grazie ai sacrifici delle imprese. All'orizzonte non si vede ancora la fine del tunnel e, senza interventi, le condizioni in cui siamo chiamati a competere sono ormai molto difficili".

21/09/2003





        
  



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