La modernità di Liszt nel concerto di Paolo Marzocchi.
Ripatransone | Ultimo appuntamento, ieri sera 6 settembre, del primo Festival Liszt'.
di Giovanni Desideri
Il Teatro Mercantini di Ripatransone ha contribuito con la sua ottima acustica al concerto che vi si è svolto ieri sera, sabato 6 settembre, da parte di Paolo Marzocchi, a conclusione del primo 'Festival Liszt'. La più parte degli appuntamenti del festival si era tenuta a Grottammare dal 22 al 25 agosto; il concerto di ieri è stato preceduto da una conferenza di Tiziana Capocasa su 'Liszt nel Piceno, un soggiorno tra riposo e meditazione'.
Paolo Marzocchi ha presentato un programma molto interessante, attinto all'estrema produzione di Liszt, caratterizzata da un linguaggio musicale decisamente moderno, quasi novecentesco.
Fatta eccezione per il primo brano ('Fantasia e fuga sul tema B.A.C.H.', brano per organo), intessuto dei virtuosismi e delle atmosfere sulfuree tipiche di Liszt, le altre composizioni ('Lugubre gondola, R. W.', eseguita nella prima versione, rinvenuta non più di dieci anni fa e dedicata a Wagner; 'Cinque melodie popolari ungheresi'; 'Nuages gris'; 'En rêve') hanno presentato un compositore non solo più raccolto ma anche più attento alla sperimentazione ("con una spoliazione drastica delle squillanti o trasparenti sonorità di un tempo, il discorso musicale si svolge su incolori disegni atonali, su aspri urti dissonanti", Vinay).
Piccola vera dissonanza della serata il cattivo funzionamento della pedaliera del pianoforte, causa di fastidiosi cigolii durante tutta la prima parte del concerto. Il problema è stato risolto nell'intervallo, prima dell'esecuzione della seconda parte del programma, dedicata a Julius Reubke, un allievo di Liszt morto all'età di 24 anni.
Di Reubke è stata eseguita la 'Sonata in si bem. min.', un tempo unico secondo il modello cui Liszt aveva dato inizio intorno al 1850: anche qui spunti sperimentali e grandi suggestioni, apprezzati dal pubblico nonostante si trattasse certamente di un 'primo ascolto' per tutti.
Apprezzamento cui non potevano che seguire alcuni bis, con i quali Marzocchi ha proseguito il suo viaggio intorno a Liszt. Dapprima con la 'Isolden's Liebestod' ('La morte di Isotta', trascrizione lisztiana dal 'Tristano e Isotta' di Wagner), infine con il 'preludio' al corale di Bach 'Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ' ('Io ti invoco, Signore Gesù Cristo'), BWV 639, trascritto da Marzocchi stesso. (da notare che già Pierre Reach, a conclusione del suo concerto del 23 agosto, aveva eseguito lo stesso brano come bis, ma nella trascrizione di Busoni).
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07/09/2003
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