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Co.Po.P.: iniziato lo sciopero ad oltranza. Lavoratori decisi a recuperare le mensilità arretrate.

San Benedetto del Tronto | Dalle 6 di queste mattina, lunedì 8 settembre, presidio fuori dai cancelli dello stabilimento di Porto d'Ascoli.

di Giovanni Desideri

'Pazienza' non è solo una parola da queste parti. È una predisposizione, il ritratto stesso dei lavoratori della Co.Po.P., in sciopero da questa mattina (lunedì 8 settembre), turno delle 6. Aspettano, fuori dai cancelli dello stabilimento di via Pomezia a Porto d'Ascoli: di avere un interlocutore ("non sappiamo più chi siano i proprietari", ci dice Carolina Traini, lavoratrice stagionale da 10 anni presso questa ditta e rappresentante interna della Cgil), di ricevere finalmente gli stipendi arretrati (per alcuni tre mensilità, per altri quattro), di avere garanzie sul futuro.

Alla Co.Po.P. sono in ballo circa 300 posti di lavoro, tra fissi, stagionali, indotto. I lavoratori a posto fisso sono una quarantina e potrebbero entrare presto in mobilità. Meglio che il niente riservato agli stagionali. La signora Carolina e le sue compagne di lavoro ci illustrano la loro posizione: "noi stagionali abbiamo un contratto con qualifica 'bracciante agricolo', che prevede 156 giorni lavorativi all'anno, a chiamata. Se non c'è la chiamata, non c'è retribuzione. Punto".

L'azienda è in crisi irreversibile, in liquidazione dal 5 agosto scorso. Il Ministero delle Attività Produttive ha nominato tre commissari incaricati di liquidare la Co.Po.P. La terna si è incontrata questo pomeriggio per la prima volta, salendo negli uffici dell'azienda intorno alle 15,30. In mattinata avevano avuto un incontro con il sindaco di San Benedetto del Tronto Domenico Martinelli.

Domenico Parlamenti, 25 anni trascorsi a lavorare qui come elettricista, anche lui rappresentante interno della Cgil, dice: "delle ditte che potrebbero rilevare la Co.Po.P. non sappiamo ancora cosa pensare. Non sappiamo neppure quale sia la ditta o le ditte del nord di cui si parla in questi giorni come possibili acquirenti. Per quanto riguarda invece i nostri stipendi arretrati di lavoratori fissi, si tratta di 3 mensilità, la quattordicesima e 8/12 di tredicesima. Arretrati che potrebbero essere pagati, dicono, con i 600 mila euro di Iva a credito di cui dispone l'azienda o con i soldi che la Promarche, la ditta che potrebbe affittare la Co.Po.P., deve a quest'ultima. Sempre a quanto si dice, sono 5 milioni di euro".

Sante Coccia, rappresentante interno della Cisl, ci dà il suo quadro della situazione: "in questi giorni si è detto che la Co.Po.P. potrebbe essere affittata dalla Promarche e dalla Est surgelati, due ditte i cui soci ed amministratori provengono dalla stessa Co.Po.P. Se questa è la situazione, i lavoratori non possono esserne esaltati: si riparte dalle stesse persone che hanno condotto ai problemi che abbiamo sotto gli occhi".

I cartelli esposti dai lavoratori prendono di mira soprattutto l'amministratore della Co.Po.P., il dott. Luigi Falco.

Maurizio Reginato è un dirigente della Co.Po.P. da 6 anni. La sua voce è decisamente in contrasto con quella dei lavoratori in sciopero: "i nostri lavoratori sono persone meravigliose, io rispetto il loro sciopero. Non per questo lo condivido. Credo anzi che si tratti di una scelta deleteria in questa fase di cambiamenti societari. La nostra è un'azienda che dispone di tecnologie molto avanzate, un'impresa di importanza almeno nazionale. I nostri processi produttivi non possono fermarsi: per mantenere il valore dell'azienda e dunque per il bene di tutti sarebbe stato meglio mantenere in funzione i macchinari e il ciclo produttivo".

E aggiunge: "il dott. Falco non solo ha fatto il possibile, ma ha realizzato addirittura dei veri e propri miracoli, amministrativi e in termini di investimenti. Chi lo accusa di non rispettare le promesse non tiene conto che il nostro è un settore a bassissima redditività, in cui è difficile fare previsioni. È ugualmente ingiusto ritenere che la stessa dirigenza in ditte diverse sia penalizzante. Io invertirei il ragionamento: visto che la Co.Po.P. è riuscita a resistere così a lungo, i dirigenti hanno qualche merito. Ripeto: rispetto lo sciopero, ma non lo condivido. Io non l'avrei fatto".

Piero Luciani, sindacalista Cgil: "oltre al recupero delle mensilità arretrate e alle garanzie occupazionali, l'unico dato che conta e che aspettiamo di valutare è il piano industriale di rilancio. Ma fin qui di questo non si è parlato affatto. Quanto poi alla grande azienda del nord che sarebbe interessata alla Co.Po.P., vorrei dire che i contatti vanno presi con la terna di commissari, non con il sindaco".

In mattinata, intorno alle 13, i lavoratori hanno ricevuto la visita dell'assessore al Lavoro della Provincia di Ascoli Piceno Emidio Catalucci e del presidente del consiglio provinciale Ubaldo Maroni, che hanno ribadito la loro disponibilità a fare il possibile per soddisfare le richieste dei lavoratori e delle rispettive famiglie: pagamento degli arretrati, garanzie sul mantenimento del posto di lavoro.

Nel pomeriggio davanti alla Co.Po.P. è arrivato anche Palmiro Merli, consigliere D.S. al Comune di San Benedetto: "mi chiedo come sia stato possibile mettere in liquidazione un'azienda come la Co.Po.P. dall'oggi al domani. Qualcuno sapeva e ha taciuto".

A lavorare alla Co.Po.P. ci sono anche una decina di stranieri. Xheni è una ragazza albanese, da due anni in Italia: "chiediamo solo che ci venga dato quello che ci spetta, non chiediamo l'impossibile".

"Io vado avanti con 200 euro al mese", lamenta Giuseppina Tremaroli. Elda Sacripanti, da 20 anni alla Co.Po.P. come stagionale e rappresentante interna della Cgil, descrive una situazione altrettanto cupa: "non si può trattare così la gente, siamo tornati al medioevo! Le nostre famiglie fanno enormi sacrifici da anni. Nel 2000 l'amministratore Falco ci aveva chiesto di pazientare ancora 6 mesi, poi tutto si sarebbe risolto. Ma almeno da quell'epoca gli stipendi ci vengono pagati dopo 2 mesi o più: la mensilità di gennaio a marzo, quella di marzo a maggio o giugno. Stavolta ci hanno offerto la mensilità di giugno per tamponare la situazione: un gesto offensivo! Lo sciopero non era più rinviabile, dovevamo dare un segnale forte. Avevamo un muro davanti".

Fabrizio Luzi è da 17 anni alla Co.Po.P., è un capoturno, come Mario D'Anniballe (15 anni di servizio) e Antonio Perozzi (10 anni). Il signor Fabrizio prosegue il discorso della signora Elda: "i lavoratori della Co.Po.P. vivono in condizioni a volte drammatiche: chi ha difficoltà a pagare l'affitto, chi ha uno sfratto, chi ha problemi a pagare persino la benzina per la macchina. Il nostro sciopero era ed è necessario, per evitare che tra due mesi si ripresenti la stessa situazione. I processi produttivi che abbiamo interrotto sono almeno tre e riguardano la lavorazione di melanzane, pomodori e patate. Stamattina è saltata la prevista consegna dei fagiolini".

Nel pomeriggio i lavoratori aspettavano che finisse il primo colloquio tra i commissari. Di seguito, intorno alle 17,30, è iniziato un incontro con sindacati e rappresentanti dei lavoratori stessi. Quest'ultimo incontro è ancora in corso mentre scriviamo. La terna doveva riferire dell'esito dell'incontro con il sindaco Martinelli e dare le prime indicazioni sulle prospettive aziendali ed occupazionali, indicazioni che saranno rese note tra la serata di oggi e domani. Anche sotto la pioggia, fuori dalla Co.Po.P. si aspetta ancora.

08/09/2003





        
  



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