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Rapine "a filo di banca", quattro indagati

San Benedetto del Tronto | Sono tutti napoletani, due sono riusciti a sfuggire all'arresto.

Quattro mesi di indagini serrate, ma alla fine i presunti responsabili di almeno quattro rapine compiute tra San Benedetto, Fano e Civitanova, sono  stati individuati dalla polizia. Si tratta di due napoletani, Ciro Montella, 33 anni, e Antonio Esposito, 43 anni, entrambi con precedenti specifici. I due, colpiti da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Ascoli Annalisa Gianfelice per rapina, sono riusciti a sfuggire all'arresto e al momento sono colpiti da due ordini di cattura. Nella stessa in chiesta risultano indagati altri due napoletani, entrambi denunciati. Per uno di loro l'accusa è di ricettazione, contraffazione di sigilli e di altri documenti.

I fatti di cui Montella ed Esposito vengono ritenuti responsabili risalgono alla scorsa estate, quando vennero compiute a San Benedetto due rapine "a filo di banca", termine che viene usato quando le vittime vengono colpite all'esterno di un istituto bancario dove sono state però poco prima o dove, come in questo caso, sono state notate dai rapinatori.

Le due rapine furono compiute il 6 giugno a poca distanza dalla Banca delle Marche e l'11 luglio della Tercas di via Puglia. In entrambi i casi le vittime avevano effettuato dei grossi prelievi e poi erano saliti in auto. A quel punto due uomini con il volto coperto da un casco integrale e su una moto di grossa cilindrata avevano affincato le auto, infranto un finestrino e preso il denaro.
Nel primo caso l'automobilista, bloccato sulla Statale a Porto d'Ascoli mentre era fermo a un semaforo, aveva cercato di difendersi ed era stato colpito con violenza ad un braccio. Per quel caso i due sono anche accusati di lesioni personali.

Nella prima rapina la vittima era un impiegato di una grossa azienda che aveva appena ritirato 30.000 euro; nel secondo si trattava di una donna che aveva riscosso un assegno di circa
5.000 euro. Da quando accertato dagli agenti del commissario Patrizia Carosi, i banditi avevano notato le potenziali vittime direttamente nelle banche e poi le avevano seguite e rapinate.
Con le stesse modalità erano state compiute nelle Marche altre due rapine di cui i due vengono ritenuti responsabili: una messa a segno a Civitanova il 19 giugno e l'altra a Fano i 3 luglio.

Le indagini della polizia si sono incentrate sostanzialmente sulla visione dei filmati ricavati dalle riprese delle telecamere a circuito interno delle banche, dove si vedevano le vittime e i rapinatori. Ne è seguito un confornto con le foto conservate negli archivi della polizia di altre questure e commissariati italiani e alla fine i due sono stati individuati. A quel punto sono scattate le ordinanze di custodia cautelare, ma i due risultano al momento irreperibili.

24/10/2003





        
  



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