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Apprezzato il coraggioso film di Gus Van Sant "Elephant" proposto dal Cineforum.

San Benedetto del Tronto | La storia vera del massacro della scuola superiore di Colombine (Usa) è resa in maniera ossessiva e agghiacciante.

di Raffaele Murani

Nell'epoca delle grandi produzioni Hollywoodiane farcite di mirabolanti effetti speciali e ripiene di star milionarie,  registi/artisti come Van Sant omaggiano la folta schiera di cinefili e non, con pellicole trasversali che evitano le comode autostrade del cinema di genere, per incamminarsi coraggiosamente in tortuosi percorsi di stile e di tecnica. Elephant, storia del massacro messo in atto da due studenti della scuola superiore de Colombine (USA), ne è la prova.

La scelta di attori non professionisti rafforza maggiormente quella sensazione di realismo che traspare sin dalle prime inquadrature, minimali, ossessivamente concentrate sui visi innocenti dei ragazzi - persino quelli degli assassini -  dove la colonna sonora lascia il posto ai rumori di fondo e spesso al silenzio più assoluto.

La macchina da presa segue come un'ombra gli attori lungo gli interminabili corridoi del liceo, quasi a voler spiare la quotidiana vita dei giovani studenti ignari di essere testimoni/vittime del gesto di pura follia di due loro coetanei, senza però arrogarsi la presunzione di consegnare al pubblico alcun giudizio morale. Non si interroga su quali siano le cause reali che spingono dei ragazzi a sprigionare tutta quella insana violenza. Narra semplicemente. Con stile documentaristico, con movimenti di macchina lenti e a tratti monotoni che intorpidiscono la mente e provocano nello spettatore lo stesso stato di malessere e di solitudine che sempre più spesso spingono i giovani all'autodistruzione o alla follia omicida.

Sicuramente una scelta stilistica coraggiosa che si avvicina più al "Dogma" di Lars Von Triars che non alle produzioni indipendenti americane. Solamente la breve durata del film (80') ne attenua l'esasperazione, ma visto il successo ottenuto quest'anno a Cannes con l'aggiudicazione della palma d'oro come miglior film, si può senza dubbio ritenere che la ragione sia proprio dalla parte di Van Sant.

27/11/2003





        
  



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