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I Pitbull non mordono più

| A che servono quei piccoli, funerei avvisi sui pacchetti di sigarette se poi se ne stanno vendendo di più. Il pensiero di "emme".

di emme

Non so quale  perverso " creativo" abbia ideato e disegnato le orrende scritte che ornano le confezioni di sigarette e tabacchi vari. Quei piccoli, funerei avvisi pronosticano ( o minacciano?), alla maniera dei plumbei 'maleficia' d'un tempo, sciagure, malattie e morte in capo al fumatore.

Certo è, a sentir i tabaccai, che, da che comparvero quelle iettatorie avvertenze, non si è venduto un solo  pacchetto di sigarette di meno e che, anzi, gli affari vanno meglio per la gran richiesta di 'copripacchetto',  portasigarette e, ultimissimo gadget, l'adesivo incoraggiante  ed ottimista fatto su misura per nascondere quella mediatica jettatura. Espedienti da poco, ma efficaci, con i quali si cautelano – 'non è vero, ma ci credo..'- i fumatori. 

Strana società la nostra: troppo debole per proibire, si affida al terrorismo, delegato, con sottile  violenza e raro cattivo gusto all'oggetto stesso del contendere, più che pagato con sonanti Euro. Incapace di convincere, chiama in aiuto i peggiori incubi; deposte le scarpe chiodate che servono  a percorrere i sentieri della Ragione, non invita nessuno al dialogo, alla cauta critica, alla verifica dei fatti. Senza Autorità, pretende che si stia sul 'quia' e sull''ipse dixit'. E quei fumatori, reprobi impenitenti!, sono dei " colpevoli" giudicati a priori.

Ma, chi ha inculcato, radicato, pubblicizzato, esaltato il ' vizio ' del fumo, che è retaggio di generazioni ? Quella stessa società, all'epoca produttrice e bottegaia di tabacchi,  insieme al sacro sale, che oggi scaglia l'interdetto ai  fumatori:

" Il più nobile dei piaceri è indubbiamente il fumo, perché è il  solo che non corrisponde al soddisfacimento di necessità fisiologiche quali la nutrizione, la riproduzione e simili. – Queste necessità le abbiamo in comune con i bruti e perciò anche i piaceri che ne derivano on possono essere nobili; ma il fumare non discendendo da alcuna animale occorrenza è soltanto come l'idea di Dio e il senso dell'infinito". Mon. Di  Stato, 1/9/51 in Candido 14.10.51.

Sarà un caso che lo Stato abbia atteso la dismissione delle sue fabbriche di tabacchi lavorati per scoprire che il fumo fa male?- Comunque sia andata, mi piacerebbe che lo Stato dicesse ai fumatori: " Abbiamo sbagliato insieme. Vediamo, insieme, come si può rimediare…"

Non mi si fraintenda: sono convinto, forse più di altri, che fumare sia cosa stupida e nociva e che bene sarebbe se più non fosse una diffusa abitudine. Pur non essendo un ' salutista', sono pronto anche ad ammettere che la vita sedentaria, i grassi animali, il mangiare troppo,  il bere alcolici, e forse anche l'abuso di medicinali e ' prodotti da banco' e certe esasperate pratiche sportive, son tutte cose che fanno male, insieme ai fumi del tabacco ed ai misteriosi "additivi" che ne fanno parte, agli scarichi di auto, impianti industriali, riscaldamenti domestici etc.

Tutte cose che  anzi fanno malissimo, se si esagera. Degli stupefacenti  non parlo, poiché, sostanze giustamente vietatissime e, fuori da ogni possibilità legale di commercio,  sono materia da codice penale e di pietosa cura di un esercito di <volontari> per il non punibile consumatore. E, comunque, il discorso è completamente diverso. 

" Se si esagera", ho scritto. Già, perché senza volere siamo giunti a Rodi e questo è il primo ostacolo da saltare: è una questione di quantità, detto in soldoni. Tutte quelle cose che ' fanno male', nessuna esclusa, non fanno male se assunte in quantità moderata, ivi compreso il fumo di sigari, sigarette o pipe, che altrimenti non sarebbero in libera vendita.

Che, se poi si vuole definire la ' quantità moderata', le cose si complicano terribilmente, perché, accantonato il mitico " normotipo", che nessuno è mai riuscito a farsi presentare di persona, ognuno di noi ha il suo personalissimo standard, cosicché la quantità che è moderata per me , è invece insufficiente o eccessiva per il mio amico Abelardo.

Stendiamo anche un velo pietoso sui ' consigli medici' : quel bicchiere di vino a pasto che è consigliatissimo e fa benissimo alle arterie e non so a che altro secondo i luminari della medicina, a me fa girare la testa, mentre al mio amico Abelardo non gli basta una bottiglia intiera..  Se si considera che fra poco compirà i 90 ed è una delle poche persone che io conosco in grado di spiegarmi la fisica quantica, giudicate voi, se ci riuscite,  quale sia la quantità di vino che fa male. ( Anche su questo, non mi fraintendete: io sono praticamente astemio e non possiedo vigne o liquorifici e tanto meno fabbriche di bibite analcoliche…)

Il punto è che ogni uomo si sceglie il suo 'modus vivendi 'e quale sia quello che è  più sano e che fa vivere più a lungo è questione antica quanto l'uomo stesso: ridotta a mestiere, in tutti i tempi sfamò schiere di filosofi e di seguaci di Esculapio. A trovare qualcuno che nella sua vita non abbbia deciso, ad un  certo momento, di condurre una vita ' sana' e mettersi a dieta , ci vuole il lanternino di Diogene. E che diete! Ve ne sono che sembrano uscite dai deliri di un sadico ed altre che , a lungo andare, ammazzerebbero un cavallo, malgrado siano state, di volta in volta, avallate e sponsorizzzate dai media e da illustri nutrizionisti.

Oggi, passati più di cinquanta anni di prescrizioni dietetiche fantasiose, va per la maggiore la teoria, vecchia quanto il cucco, che la cosa migliore è mangiare di meno e mangiare di tutto. Il che va benissimo ( era la regola degli epicurei che, ironia della sorte, sono invece passati alla storia come dei gran mangioni!). Quel che non va bene è che si sia ventilato il dimezzamento d'autorità delle porzioni al ristorante, dimenticando che esiste una cosa chiamata ' libertà individuale', per la quale chiunque voglia mangiare una montagna di spaghetti è libero di farlo, sia pure fra la riprovazione generale.

E, aggiungo io, meglio la montagna di spaghetti di Totò o dell' 'Americano a Roma' che certi hot dogs e vassoietti di pezzetti di pollo al gusto di ormoni, passati direttamente dalla batteria alla padella della frittura e di qui alle celle frigorifere. Roba da far sembrare cibo da gourmet il pesce fritto  con olio di semi vari sulle bancarelle delle fiere!

Fra le poche cose buone di questa società c'è che nessuno è obbligato ad essere santo o martire. La Storia e la realtà effettuale delle cose ci hanno tolto l'illusione della felicità raggiungibile, come volevano le prime Costituzioni democratiche, ma ci hanno lasciato la libertà di ricercare il riso ed il sorriso – cose preziose quanto la buona salute – e di godere dei beni materiali di questo basso mondo, ognuno secondo le sue possibilità.

Una sfera che dovrebbe essere impenetrabile e rispettata dalla Autorità Costituita ed è invece, come sempre, terreno di sperimentazione autoritaria.  Nell'Inghilterra dell'800, nei ghetti operai distesi sotto le fumanti ciminiere a far da corona alle città pingui, viveva il popolo  miserabile degli operai. In quei vicoli fangosi c'erano quotidiani delitti, malaffare, ubriachezza e quant'altro turbava il sonno dei borghesi. Se ne discusse fra i saggi reggitori e si convenne, con qualche ragione, che all'origine di tutto c'era l'enorme consumo nei pubs di birra e gin e Wiskey.

Si convenne anche che era la disperazione per la mancanza di lavoro, la paga sempre insufficiente a sfamare la famiglia, quel che induceva a bere per dimenticare la disperazione. Il rimedio escogitato da quelle menti elette fu semplice: ridurre le paghe, si che non avanzassero soldi da spendere al pub. Poiché, talvolta, la saggezza prevale, non se ne fece niente, per fortuna!.  Ci fu anche qualcuno che osservò, se mal non ricordo, che il rimedio era peggiore del male, perché, senza i soldi per il pub, quei miserabili sarebbero rimasti a casa e avrebbero messo al mondo una  pletora di temibili miserabili come loro….

Un po' come la morale di Tramaglino Renzo che scambiava per Provvidenza la riduzione delle paghe da fame degli operai quando la sua <fabrichèta > bergamasca era in crisi…Per tacer di Manzoni Alessandro, di cui si ricorda l'obiezione: " …se insegniamo a leggere a scrivere ai contadini, poi chi lavorerà i campi!?…"

Quella sfera di Libertà è sistematicamente violata:. I media mi dicono di che cosa non posso  assolutamente fare a meno e, nella scelta, per esempio del tf cellulare che, oltre le foto di nascosto,  fa anche il caffè espresso, mi suggeriscono quale marca devo preferire. Ma mi fanno anche l'elenco delle cose di cui devo fare a meno, pena l'obesità, la depressione, certe malattie più rare del Penny nero e quei tumori dei quali non è chiara l'origine e, quindi, non dovrebbe essere certissima la causa.

Opinione diffusa fra  quei mostri insensibili ai consigli sanitari,  che si ingozzano di micidiali grassi con la scusa che tanto ai Francesi, gran consumatori di burro e fois gras, questi veleni non gli fanno un bel niente, anzi!. ( A proposito: vi ricordate le ' celule staminali', le speranze, gli entusiasmi che le accompagnavano? Bene, ora c'è qualche scienziato che sembra dubiti che, fra le cellule staminali individuali ne possa capitare una ' sbagliata', capace di predisporre l'organismo al cancro…).

Ma le campagne contro il fegato d'oca, i salumi, i fermentatissimi formaggi di fossa, l'aromatico rhum, lo spiritoso cognac, lo champagne, gli spaghetti alla carbonara e i fagioli con le cotiche, tacciono all'appressarsi del Natale, Non pensate male: è che , con il freddo invernale, un po' di grasso ci vuole!- E poi, tanto, il 2 gennaio ricominciamo…

Cittadino ormai assuefatto, butterò via il vecchio cellulare e comprerò quello che ha anche l'orologio a cucù; donerò ai bambini della fascia equatoriale la mia vecchia e fedele maglia di cachemire e ne comprerò una griffata che costa quanto mezza automobile. Andrò eroicamente in crociera invernale a sfidare la bora ed il maestrale e, tornato a casa, via il vecchio televisore che ormai se non hai un maxischermo al plasma ti compatiscono tutti e, del resto, vuoi mettere vedere l'isola dei Famosi al plasma e sentire le parolacce della <contessa> in dolby surraund!?

Ma ( si, lo so, signor Lettore che una frase non dovrebbe iniziare con <ma>, ma io non ci credo), se un coacervo di divieti e la gogna sociale mi impediscono di avere un cane e portarlo a spasso senza guinzaglio, museruola, catena e palla di ferro alla zampa destra, certificato di iniezione di inibitori del testosterone e dell'adrenalina ( a proposito, avete notato che i pitbull non mordono più?… ); se mi devo vergognare di fumare una sigaretta camminando per strada ( l'altro giorno un passante sconosciuto  mi ha gridato : " Fuma, fuma… vedrai quanto campi!…"); se non posso mangiare senza rimorsi e  crampi allo stomaco, quella bella salsiccia che mi piaceva tanto e le fettine di pane nero con due dita di fois-gras sopra e un bicchiere di Sauterne accanto; se non posso sognarci sopra fumando un Avana rollé a mano; se, e se, e se…se questo  me lo vietano e se  quest'altro guai a me se non lo compro, sono ancora un uomo libero?. 

29/11/2003





        
  



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