Depositati gli atti e notificati i 13 indagati col capo di imputazione nel quale si  contesta il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, così si è conclusa l' inchiesta del PM romano Pietro Giordano su un gruppo di «pirati dell'etere» accusati di avere utilizzato illegalmente frequenze radio riservate alla navigazione aerea civile internazionale per colloqui di ogni tipo.
 
Ora per i 13 indagati, residenti, tra l' altro a Roma, Milano, Latina e Ascoli Piceno, si profila solamente la richiesta di rinvio a giudizio. Prospettiva, quest' ultima, già riservata ad altri sei radioamatori coinvolti nell' inchiesta per episodi analoghi  e per i quali il deposito degli atti è avvenuto la scorsa  estate.
 
Tutti gli indagati sono accusati di aver disturbato le conversazioni radio riservate ai piloti dei velivoli civili. L' inchiesta era partita proprio graziealle segnalazioni dei piloti che lamentavano disturbi durante le manovre di atterraggio e di partenza nell' aeroporto di Fiumicino.
 
La polizia postale aveva identificato i presunti pirati dell' etere dopo aver decriptato, attraverso sofisticate apparecchiature, numerosi nominativi in codice trovati sulle agende di alcuni  radioamatori e mediante l' uso di sofisticate apparecchiature tecniche. Secondo l'
accusa i pirati dell'etere avrebbero infatti operato mantenendo l' anonimato o utilizzando diversi "alias".