Abbazia di Santa Croce al Chienti
Sant'Elpidio a Mare | Un viaggio nella storia.
di Stefania Ceteroni
L'Abbazia di Santa Croce al Chienti - legata nella credenza popolare alla leggenda del travagliato e tragico amore di Lotario e Imelda - nasce per volontà del Vescovo di Fermo Teodosio, e dell'Imperatore Carlo II il Grosso che decidono di investire sul piccolo cenobio benedettino che sorgeva nel punto in cui il fiume Ete Morto confluiva nel Chienti.
Ben presto diventerà una delle prime e più potenti Abbazie marchigiane, saldo e fedele punto di appoggio per gli imperatori e i loro vassalli che elargivano donazioni e protezioni.
Le pergamene e i documenti conservati nell'Archivio Storico del Comune di Sant'Elpidio a Mare ed altri custoditi nel Fondo Fiastrense presso l'Archivio di Stato di Roma, attestano la potenza economica, sociale culturale e il ruolo di preminenza che l'Abbazia ha svolto dal IX al XIII secolo.
La cerimonia di consacrazione dell'Abbazia risale al 14 settembre 886 che, successivamente, fu messa sotto la protezione degli imperatori Ottone I e Federico II di Svevia e i dei papi, Celestino III e Gregorio IX. Con la fine delle lotte per l'investitura e il prevalere del potere papale su quello imperiale, Santa Croce, da sempre fedele all'imperatore, perde un importante punto di appoggio e protezione.
Inizia una irreversibile crisi.
Cambiano le condizioni storiche e politiche e, di conseguenza, quelle economiche. L'autonomia dell'Abbazia cessa nel 1291: l'ultimo abate, Filippo, scomunicato per non essersi assoggettato ai potenti cistercensi, sarà costretto a fuggire ed abbandonare il monastero.
Le proprietà di Santa Croce passeranno prima ai cistercensi di Fiastra e, infine, al vescovo di Fermo. Nel 1748 il vescovo fermano, Alessandro Borgia, provvede ad un intervento di restauro, mentre un altro vescovo fermano, Andrea Minnucci, nel 1790 trasformerà l'intero complesso dell'abbazia in casale agricolo, manomettendo la struttura e gli ambienti intorno alla chiesa che sono andati perduti nel tempo.
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05/11/2003
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