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Intervista all'allenatore della Triestina Attilio Tesser

Ascoli Piceno | Alla vigilia dell'importante incontro con l'Ascoli

di Pietro Mazzocchi

Cosa è mancato alla Triestina fino ad ora? 
"La Triestina sin qui ha pagato la mancaza di esperienza: la giovane età della rosa ed il fatto che molti dei miei giocatori arrivano dalle serie minori fa capire quanto questa formazione abbia ancora bisogno di maturare". 

Cosa ha funzionato?
"Dopo un avvio di campionato durante il quale, a causa anche di un sacco di indisposizioni ed infortuni vari, stentavamo a trovare un assetto che ci permettesse di esprimerci al meglio, nelle ultime gare ha visto una Triestina più determinata e più concreta. Di punti ultimamente ne abbiamo raccolti pochetti ma il gioco c'è ed avremmo meritato di più...".

La classifica della Triestina è giusta o mancano dei punti persi in modo banale? 
"In senso generale posso dire che le classifiche non sono mai bugiarde in senso assoluto ma certo che se osserviamo solo le ultime quattro gare (Genoa, Ternana, Torino, Cagliari) posso dire che se avessimo 4 o 5 punti sarebbe più che normale".

Come si giudica come uomo e allenatore? 
"A queste domande devono rispondere gli altri, le persone che mi conoscono e quelle che lavorano con me. Dico solo che metto la lealtà ed il rispetto al primo posto, sia nella sfera privata che in quella lavorativa".

Cosa si aspetta dalla gara?
"Sarà una gara molto importante per entrambe le formazioni. C'è poi un aneddoto - risale alla notte dei tempi! - che lega la mia carriera da giocatore all'Ascoli... Era la stagione '84/'85 io giocavo nell'Udinese, sulla panchina dell'Ascoli sedeva Boskov: le due squadre bianconere lottavano per restare in serie A e si giocava una partita chiave al Del Duca. L'Ascoli doveva vincere per riacciuffarci e giocò un ottima partita ma proprio a tempo scaduto misi a segno la rete dello 0-1 che ci portò alla salvezza e condannò i padroni di casa alla serie B. Anche se è un episodio del passato non vorrei inimicarmi il simpatico pubblico bianconero...".

Come giudica la compagine bianconera?
Tesser: "E' un'ottima squadra, non lo scoporo di certo io. Ha un organico competitivo ed un allenatore preparato ed attento. L'Ascoli gioca bene, attacca molto e mette in campo sempre grande grinta. Non sarà per noi una gara facile...".

Chi ritieni più pericoloso dell'Ascoli? 
"Non è una questione di singoli. Sono sempre le squadre nel loro complesso a fare la differenza. Roberto Sosa ha un gran nome ed una carriera di prestigio ma non gioca da solo... Fontana è un ottimo centrocampista ma anche per lui vale lo stesso discorso... in campo si va in undici".

Se potesse togliere un giocatore all'ascoli chi toglierebbe? 
"Tutti e nessuno per il discorso fatto poc'anzi...".

Come è cambiata la sua visione del calcio dal passaggio da Giocatore ad Allenatore? 
"E' un'altra prospettiva di concepire il pallone visto che i ruoli sono assolutamente diversi. Ma la professionalità, il buon senso e la maturità anagrafica ti fanno entrare nella parte dell'allenatore abbastanza velocemente".

Ha trovato difficoltà dal passaggio dal campo alla panchina? 
"No. Ad essere sincero mi è sempre piaciuto sin da giovane. Ho iniziato con le squadre giovanili per poi passare alle Prime Squadre. Cambiano i giocatori ma la sostanza è sempre la stessa".

Ha conosciuto Rozzi cosa ricorda del vulcanico presidente? 
"Di nome, non presonalmente. Un personaggio che ha legato il proprio nome alla storia del calcio italiano".

Come è cambiato il modo di preparazione della squadra da quando ha iniziato ad allenare? 
"Oggi un valore assoluto è la velocità associata alla prestanza fisica... Io non sono un adone e oggi come oggi forse non sarei riuscito a ritagliarmi lo spazio che ho avuto allora quando ero un giocatore "tanto" tempo fa".

Cosa consiglia di curare in particolare ad un giovane che vuole giocare a calcio ? 
"Credo si importante curare l'aspetto fisico e quelli psicologico allo stesso modo. Non solo preparazione atletica ma anche dialogo e maturazione personale: grandi giocatori e grandi uomini".

Cosa ha saputo cogliere dai suoi vecchi allenatori? 
"Da tutti, nessuno escluso (nel bene e nel male) ho imparato qualcosa, assolutamente...".

Come giudica il fatto che se una squadra va male è sempre l'allenatore a pagare?
"Sono le regole del gioco. Possono non condividerle ma le accetto perchè sono un professionista e so come vanno ste cose...".

20/12/2003





        
  



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