Jrvs Ascoli è già tempo di bilanci
Ascoli Piceno | Per la squadra biancoblu si fa l'analisi del 2003.
di Pino Capasso
Meno di tre giorni alla fine dell'anno. E' già tempo di bilanci. In casa biancoblu ci sono alcuni che meritano forse più degli altri di stilare un resoconto della prima parte di questa stagione giunta al giro di boa. Sono le figure più rappresentative che reggono le sorti della società. Adriano Federici, presidente. Parlando in generale, come giudica lei il 2003 e cosa si aspetta dal nuovo anno dal punto di vista personale e calcistico?: " Il 2003, lo ritengo un anno eccezionale - esordisce il massimo esponente - sia per il futuro della società sia per i traguardi raggiunti in quest'arco di tempo.
La Juniores col titolo di vice campioni d'Italia di categoria e la prima squadra promossa in Eccellenza. Obiettivi che hanno ripagato i tanti anni di lavoro profuso e di sacrifici che lo staff societario si è sobbarcato. Per quanto concerne il 2004, spero in un graduale sviluppo che punti ad una squadra competitiva per il prossimo campionato. Per quest'anno c'interessa salvarci, non solo, ma anche ricavare delle indicazioni per il 2005 ".
Angelo Amatizi, direttore sportivo. Guardando la prima parte di stagione, il bilancio la soddisfa?: " Per com'eravamo partiti, mi ritengo abbastanza soddisfatto ci dice il dirigente. Però, ripassando mentalmente alcune delle partite giocate finora, posso tranquillamente affermare che ci mancano dei punti. E' vero anche che in alcune gare siamo stati alquanto fortunati (Centobuchi e Montegiorgio) ma è anche vero che in molte altre abbiamo perso in malo modo. Sicuramente ci mancano quattro punti. In ogni modo, sebbene la buona classifica, dico che bisogna continuare a guardarsi le spalle fino a quando non avremo centrato la salvezza. Il resto verrà da se ". Alfonso Paoletti, allenatore. Mister, leggendo la classifica, si ritiene soddisfatto del comportamento della squadra?: " Certamente, è la risposta del mister. Siamo una matricola e debbo affermare che malgrado ciò i miei ragazzi non si sentono interamente appagati per quanto di buono hanno fatto. Ci manca qualcosa rispetto a quanto abbiamo seminato. In ogni modo, ci accontentiamo di quanto raccolto fino a questo momento senza tralasciare che tutto quello che verrà sarà ben accetto ".
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30/12/2003
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