Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

"Da Parigi a Montalto: capolavori dai musei del Louvre e di Cluny”.

Montalto delle Marche | Dai due prestigiosi musei in mostra al Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche opere del Crivelli, Pagani, Vannini.

Il Museo Sistino Vescovile di Montalto Marche (uno degli otto delle rete dei Musei Sistini del Piceno) ospiterà dal 27 marzo al 18 luglio una mostra dal titolo: "Da Parigi a Montalto: capolavori dai musei del Louvre e di Cluny".

La forte richiesta del reliquiario di Sisto V, esposto al pubblico al Museo Sistino di Montalto dal 2002, da parte del Museo del Louvre per la grande mostra dal titolo: "Parigi 1400: le arti al tempo di Charles VI", ha portato ad un felice incontro di intensa collaborazione tra il grande museo francese e il Museo Sistino facendo tornare, dopo qualche secolo di assenza, tre straordinarie opere fortemente legate al territorio marchigiano:

dal Louvre "Il Cristo nel sepolcro sorretto da due angeli" di CARLO CRIVELLI, e la "Madonna del Soccorso" di GIOVANNI PAGANI

dal Museo du Moyen Age - Cluny la "croce astile" dell'orafo ascolano PIETRO VANNINI.

L'opera di Carlo Crivelli (Venezia, 1430 c.ca – doc. dal 1457 – Ascoli Piceno(?); 1495 (ante 3.IX) si configura essenzialmente come una preziosa miniatura dai colori brillanti e vivaci e appartiene sicuramente al periodo marchigiano del pittore, probabilmente dopo il 1472.

La natura stessa del dipinto, la sua iconografia insieme alla precisa impostazione compositiva non può presupporre altra destinazione che quella di devozione privata, intima e domestica. L'opera faceva parte della collezione Campana, venne acquistata a Roma nel 1861 ed entrò dapprima nel Musée Napoleon per passare definitivamente al Louvre nel 1863.

Anche per la croce astile di Pietro Vannini (Ascoli Piceno 1413/1418-1496) non è nota l'esatta provenienza, fu comunque acquistata a Firenze dal Museo di Cluny nel 1880 in occasione della vendita di beni provenienti dalla collezione Demidoff, nella quale era pervenuta da un non meglio specificato "convento dell'Appennino".

La croce è uno splendido esempio di oreficeria sacra quattrocentesca i cui caratteri stilistici sono riconducibili alla produzione dell'orafo ascolano, attivo, oltre che nella città natale, a Macerata, mentre sue opere si conservano nel reatino, in Abruzzo e in Puglia.

La croce non è firmata, ma la forte espressività drammatica dei personaggi e la preziosità decorativa del manufatto sono tipici delle opere del Vannini che, come tutti gli artisti del tempo, era alla guida di una vasta e complessa officina dove operavano artefici diversi.
Infine la Madonna del Soccorso di Giovanni Pagani (ca. 1465-dopo il 1544), padre del più noto Vincenzo.

Il pittore realizza quest'opera, raffigurante il tema della Madonna del Soccorso, per la chiesa di S. Agostino di Cingoli, firmata e datata 1506. L'opera fu trasferita dapprima a Pesaro presso i padri agostiniani poi a Roma dove entrò a far parte della collezione Campana.

Acquistata dal governo francese fu depositata al museo di Montpellier, poi ad Avignone presso il museo del Petit Palais e poi al Louvre per restauro.

Si tratta di una delle poche opere certe di questo raro artista la cui formazione crivellesca potrebbe essere maturata nell'ambito della bottega di Pietro Alamanno.

Sono evidenti in questo lavoro, stretti legami con la pittura di artisti coevi come Lorenzo d'Alessandro e Bernardino di Mariotto entrambi operanti a San Severino Marche.

Per l'occasione le tre opere sono state approfondite rispettivamente da Alessandro Marchi e Benedetta Montevecchi della Soprintendenza ai Beni Artistici Storici e Demoetnoantropologici delle Marche - Urbino – e da Walter Scotucci e Paola Pierangelini: studi che convergeranno nella pubblicazione del piccolo catalogo pronto per l'inaugurazione prevista per il 27 marzo alle ore 16.00 alla presenza dell'Onorevole Vittorio Sgarbi.
 
Infine, per l'importante ritorno in Italia, l'opera del Pagani e la croce del Vannini sono state sottoposte ad un intervento di restauro a cura dei laboratori del Museo del Louvre e potranno dunque essere riammirate al Museo Sistino di Montalto Marche nel loro originario splendore.

27/02/2004





        
  



4+5=

Altri articoli di...

ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji