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Teatro Aikot: ultima stagione prima di lasciare la città?

San Benedetto del Tronto | Il direttore del gruppo, Vincenzo Di Bonaventura, denuncia l'indifferenza della città

di Giovanni Desideri

"Questa è la nostra settima ed ultima stagione. Stiamo valutando se trasferirci definitivamente in una di quelle città, come Bologna, in cui siamo spesso invitati ad esibirci". È lo sfogo di Vincenzo Di Bonaventura, vulcanico direttore-attore-regista del "Teatr Laboratorium Aikot 27", il gruppo teatrale con sede in via Fileni 27 a San Benedetto e scuole di recitazione sparse tra Acquaviva e Civitanova Marche.

Durante la conferenza stampa di giovedì 4 marzo, Di Bonaventura ha annunciato le novità della terza parte della stagione dell'Aikot ("Per l'amor dei poeti" è tradizionalmente il titolo della rassegna). In particolare l'impegno con testi del teatro contemporaneo, da Pirandello ("All'uscita") a Ionesco ("Il rinoceronte") ad un testo di Fabio Cavalli, che è valso al suo autore il premio Manerba Teatro-Scienza nel 1995: "Sotto l'erba dei campi da golf", in scena a partire da sabato 12 giugno con gli allievi dell'Aikot (Pamela Marcelli e Edoardo Ripani). "Il teatro di Cavalli parla di utopia, del sogno dell'età dell'oro, ha spiegato Di Bonaventura, e questo testo racconta della civiltà dell'antica Mesopotamia, seppellita nel sottosuolo, e di due ricercatori che si mettono sulle sue tracce".

Di Bonaventura ha poi detto dell'attività dell'Aikot, lamentando l'indifferenza della città: "ogni anno facciamo 180 repliche di 40 diversi spettacoli. Lavoriamo sulla parola, sulla musica e sui versi di poeti come Dante, Leopardi, Campana, Majakovskij, Montale, Ginsberg, Pasolini. Nel 2003 ci siamo esibiti alla Sapienza di Roma, a Catania, a Nuoro, a Cagliari. Tra pochi giorni, il 17 marzo, saremo alla serata Majakovskij di Parma. Alla fine del mese al festival "Verso in scena" di Bologna. Qui abbiamo il nostro pubblico, serate molto belle nel nostro piccolo teatro che può accogliere un massimo di 40 spettatori. Ma la città ci riserva indifferenza. Non riceviamo alcun contributo pubblico per la stagione invernale, mentre per gli undici spettacoli dell'estate 2003 abbiamo ricevuto appena due mila e 400 euro. Non vogliamo essere né soli, né isolati, né isolanti. Vogliamo condividere l'operato di ricerca sulla poesia che facciamo da un decennio".

Un'indifferenza generalizzata: "i nostri spettacoli e il luogo in cui vengono rappresentati sono "alternativi". Invitiamo ad assistervi il pubblico delle sale "classiche" della città e delle altre città. Invitiamo anche, come sempre, gli amministratori, i poeti, gli scrittori, i "gestori dell'arte" dell'arte della città. Ma né l'assessore alla cultura di San Benedetto, né il neo presidente dell'Amat Troli hanno mai messo piede qui da noi. Altri gruppi teatrali, come il laboratorio teatrale "Re Nudo", hanno rifiutato in passato di condividere progetti con noi. Il mio invito a tutti costoro è che smettano di ignorare il nostro lavoro".

05/03/2004





        
  



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