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La parità di Madrid

| "Poche donne in politica. Prendere esempio dalla Spagna".

di Tonino Armata

Passi pure per la Svezia, passi pure per la Norvegia, due paesi dell'estremo Nord, dove le donne hanno raggiunto una completa uguaglianza, nella famiglia e nella vita pubblica, dove sono all'incirca la metà dei parlamentari e la metà dei ministri.

Passi pure per la Svezia, la Norvegia o la Finlandia… Sono paesi nordici, d'antica tradizione socialdemocratica, felicemente immuni da quel maschilismo di cui si nutre la nostra cultura, cattolica e mediterranea. Insomma noi italiani che mandiamo in Parlamento una risibile rappresentanza femminile (11% dei deputati e l' 8 % dei senatori) potevamo trovare riparo a questa arretratezza, facendo ricorso alle nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra storia.

Ma quando è la Spagna, paese mediterraneo e cattolico quanto noi, a scavalcarci e darci una lezione di modernità, laicità e democrazia, allora, diciamo la verità, è difficile trovare una giustificazione.

Eppure proprio questo è successo in Spagna dove Luis Rodriquez Zapatero, il vincitore delle elezioni del 14 marzo, ha annunciato che il suo governo sarà perfettamente paritario. Sarà composto di otto donne e otto uomini, i quali, avranno incarichi di grande responsabilità. Una di queste, Maria Teresa de la Vega, sarà vicepresidente del Consiglio e presiederà le riunioni di gabinetto in sua assenza.

Lo aveva promesso in campagna elettorale e mantiene la sua promessa. Ora aspettiamo che qui in Italia mantengano la loro promessa quei politici, i quali, hanno assunto un analogo impegno di rappresentanza paritaria tra uomini e donne nelle istituzioni.

Non mi riferisco a quelli di Forza Italia che notoriamente delle donne apprezzano più le gambe e le tette che il cervello, ma ai vari leader del centrosinistra, da Amato a Fassino a Rutelli, prodighi di riconoscimenti e promesse quando si trovano davanti a un'esigente platea femminile, ma assai più avari quando si preparano le liste dei candidati.

La scadenza, delle europee e delle amministrative è ormai vicina. Verificheremo presto la serietà degli impegni assunti. Quale sarà la collocazione delle donne nelle rispettive liste? Quante donne saranno capolista? Nell'Europarlamento le italiane occupano solo 10 seggi su 87, all'ultimo posto fra i 15 paesi dell'Unione. Ne avremo di meno o di più dopo le prossime elezioni?

E ancora, quante donne saranno sindaci, presidenti di provincia, consiglieri provinciali? Finora le percentuali anche a livello di amministrazioni comunali, provinciali e regionali sono irrisorie: una sola donna (la diessina Lorenzetti) è presidente di Regione.

E ancora in campagna elettorale Zapatero aveva promesso alla Spagna una svolta coraggiosa, "laica" e liberale, con una separazione fra Stato e Chiesa, nel rispetto delle scelte e degli stili di vita individuali. Di qui l'impegno a rivedere in senso più liberale l'attuale legislazione sull'aborto, a introdurre norme più severe contro tutte le forme di maschilismo e le violenze in famiglia e, infine, a rivedere la legge che dallo scorso anno ha introdotto in tutte le scuole di ordine e grado l'insegnamento della religione.

Questi impegni hanno già provocato la protesta delle gerarchie. In tema di aborto, il cardinale Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, ha ricordato "l'obbligo del governo di tutelare il diritto alla vita di tutti gli esseri umani dal concepimento fino alla morte": ma il giovane leader socialista ha rinnovato questo impegno "per un'autentica uguaglianza dei sessi nella famiglia e nei luoghi di lavoro, per una Spagna più laica, moderna e tollerante".

Resta, il nostro paese, il fanalino di coda in Europa sia per quanto riguarda la rappresentanza femminile (in Francia dopo le recenti elezioni il 50% dei consiglieri regionali sono donne) sia per quanto riguarda la laicità dello stato. La questione della legge sulla fecondazione assistita, fermamente voluta dalle gerarchie cattoliche è una mostruosità dal punto di vista medico, giuridico e umano.

Quanto tempo ci vorrà ancora perché noi possiamo raggiungere, non dico la Svezia o la Norvegia, ma la vicina cattolica Spagna?

19/04/2004





        
  



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