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Consorzio di Bonifica del Tronto

Ascoli Piceno | Castelli: " La patata bollente passa alla Provincia".

di Guido Castelli*

Alcuni autorevoli esponenti regionali, per quel che concerne il Consorzio di Bonifica del Tronto, ostentano - a mio parere - un incauto ed intempestivo ottimismo circa la positiva definizione della vicenda. La proposta di fusione presentata dalla Giunta Regionale, infatti, rimanda all'Amministrazione Provinciale l'onere di approvare alcuni aspetti determinanti della vertenza (assunzione di mutui, di personale in esubero nonché l'erogazione di un contributo straordinario di risanamento)  rispetto ai quali Palazzo San Filippo non ha ancora manifestato alcuna precisa volontà politica.

La sensazione è che l'ass. Agostini abbia passato al collega di partito Colonnella una micidiale patata resa ancora più bollente dall'esasperazione dei tanti dipendenti del consorzio che da circa quattro mesi non percepiscono lo stipendio.
Gli ambienti parlano di una giunta provinciale divisa e, proprio per dare una qualche certezza ai dipendenti ed agli agricoltori della vallata, il gruppo di AN alla Provincia ha predisposto una specifica interrogazione tesa ad accertare gli intendimenti di Colonnella.

Il tempo comunque stringe: il prossimo 29 aprile scadrà l'incarico dell'attuale Commissario straordinario ed entro quella data le proposte attualmente sul tavolo dovranno essere definitivamente approvate, pena la messa in liquidazione dell'ente consortile.

Da questo punto di vista la tardività dell'intervento regionale merita la più severa censura visto che già dal 2.9.02 il TAR Marche aveva stabilito che la Regione avrebbe dovuto farsi carico del dissesto finanziario del Consorzio. Per non dire delle ripetute sollecitazioni pervenute nell'arco di tutto il 2003 da parte dell'allora commissario Straordinario dott. Landi il quale, ad esempio, in una relazione del 20.5.03 diretta a D'Ambrosio sosteneva che " la situazione del Consorzio è fallimentare: lo scoperto di conto di due miliardi è stato superato da tempo, non vi è liquidità per far fronte ai mutui, ai tanti creditori e non si è in grado di pagare gli stipendi".

Da parte mia per ben due volte, sia  in occasione della manovra di assestamento del bilancio 2003 che dell'approvazione del bilancio di previsione del 2004, ho proposto lo stanziamento di somme specifiche per il risanamento del Consorzio. Ma D'Ambrosio ha preferito fare orecchie da mercante, piegandosi solo in "zona cesarini" all'idea (inevitabile) di un contributo straordinario. Ora le istituzioni dispongono di un meno di un mese per uscire dal ginepraio: in questo tempo la Provincia dovrà trovare le risorse per assorbire il personale in esubero ed sostenere le opere di bonifica mentre il consiglio regionale approvare la proposta di fusione dei tre Consorzi Piceni. Non è dato sapere cosa accadrà ma una cosa è certa: se il Consorzio di Bonifica andrà a rotoli dovrà essere la Corte dei Conti ad accertare le responsabilità di un simile fallimento.

*consigliere regionale AN.

02/04/2004





        
  



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