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Marche, diminuiscono i matrimoni religiosi. Il nuovo modo di vivere in coppia si chiama "convivenza"

Fermo | E' il primo dato che emerge dalla relazione annuale del Tribunale Ecclesiastico Piceno, in vista dell'apertura dell'anno giudiziario

di Luca Moriconi

Si aprirà ufficialmente domani, Mercoledi, la nuova stagione dell'anno giudiziario del Tribunale Ecllesiastico Piceno, ma dal rapporto presentato oggi alla stampa da Don Vinicio Albanesi, emergono già alcuni dati interessanti che riguardano le Marche.

I dati della regione parlano di una popolazione complessiva marchigiana cresciuta, rispetto al 1981, di qualche decina di migliaia di unità. A questo incremento demografico si è però accompagnata anche una crescita dell'indice di vecchiaia che è passato da 122,9 del 1991 a 165,5 del 1999. Il quadro complessivo che esce da questi e altri dati per la nostra regione, può essere riassunto in una popolazione anziana sopra la media nazionale, con conseguente basso indice di nuzialità.

Una nuzialità che, comunque, è anche in calo per la sempre più diffusa scelta delle giovani coppie di convivere, non solo prima del "sì" ma anche dopo. La convivenza, insomma, sembra essere diventata una nuova e alternativa forma di unione. Se poi si decide il fatidico passo, allora si preferisce il matrimonio civile a quello religioso.

I dati parlano chiaro: i matrimoni celebrati in municipio, sono aumentati del 25% rispetto al 1997 ma di contro sono aumentate anche le richieste di separazione o di annullamento del rito religioso del matrimonio: quasi 1200 le richieste pervenute al Tribunale Ecclesiastico piceno, la maggior parte delle quali riguardano separazioni consensuali.

Se questi dati vengono confrontati tra quelli del Nord e quelli del Sud, si scopre che per le Marche vale l'espressione in media stat virtus. La nostra regione, infatti, può essere cosiderata l'ultima regione del Nord, ma la prima del Sud. Pur diminuendo i matrimoni  religiosi a vantaggio di quelli civili, quest'ultimi sono sempre sotto la media nazionale, con un conseguente indice basso di separazionalità; le famiglie ricostituite rappresentano il più basso indice rispetto all'Italia del Nord, ma il più alto rispetto a quello dell'Italia meridionale.

"I giovani non sono più abituati a vivere in coppia - ha spiegato Don Vinicio Albanesi, vicario giudiziale del Tribunale di Fermo - e gran parte delle cause vanno ricercate nella famiglia di orgine"

Secondo Don Vinicio, oggi i giovani vivono nelle proprie case circondati dall'attenzione dei familiari; quando si ritrovano ad uscire di casa ed intraprendere una nuova vita, magari di coppia, ricercano erroneamente nel partner quella sicurezza che improvvisamente viene a mancare. "Purtroppo i ragazzi non sono educati alla vita" ha concluso il vicario giudiziale.

All'apertura dell'anno giudiziario, che sarà ianugurato domani alle 10 a Villa Nazareth da Mons. Franceschetti, parteciperanno anche i Vescovi  di Macerata, San Benedetto del Tronto, e il Vescovo emerito di Fermo, Mons. Bellucci. 

20/04/2004





        
  



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