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E bravo Antonio!

San Benedetto del Tronto | Una lettera aperta di Gabriele Franceschini al sottosegretario Antonio Guidi

di Gabriele Franceschini*

Carissimo Antonio,

finalmente ti ho riconosciuto! E ho rivisto la tua determinazione, la tua fermezza, la tua genialità: le cose che ti hanno definito compiutamente nei momenti più difficili.

Ho seguito il forum sulla "Sanità Futura" di Cernobbio della settimana scorsa che hai portato brillantemente a conclusione. In particolare, le tue grida allarmate sulla psichiatria.

Hai detto: "La legge Basaglia non si tocca. Se venisse stravolta mi dimetterei". E di seguito, motivazioni, ragioni e sentimenti per fare conoscere come appena un anno fa sia stato raggiunto quell'obiettivo sognato nel 1978: le persone ricoverate negli ex ospedali psichiatrici sono passate dalle 90 mila del 1963 a zero!

E quelle inumane esperienze che hanno annientato più di 16 mila persone, allora rinchiuse nei manicomi, sono oggi solamente amari ricordi, seppure terribili.

È vero. Il problema psichiatrico, ancora più ampio oggi, si pone in tutta evidenza, anche perché amplificato dall'attuale vivere quotidiano.

Dai dati in mio possesso, nella nostra giurisdizione sanitaria di circa 98.000 abitanti, sono più di 700 i pazienti psichiatrici: la metà non ha ancora 40 anni. Più di 450 nella sola San Benedetto, assistiti in regime di ambulatorio, ricovero e riabilitazione. Non voglio parlare, per rispetto, dei gravissimi fatti che, nel volgere di nemmeno due anni, hanno visto giovanissimi della nostra comunità cercare crude ed ultime risposte al loro malessere. Di famiglie abbandonate, lasciate da sole ai loro problemi. Di queste persone "dimenticate", quelle che non hanno voce e non hanno diritto di cittadinanza.

Da più di tre anni, caro Antonio, non perdo occasione, in consiglio comunale, sulla stampa, ovunque insomma, di urlare come si possa stare seduti su una polveriera senza sentire la responsabilità di fare qualcosa.

Perché non potenziare i servizi sul territorio per le diagnosi precoci, perché non creare più centri diurni per la riabilitazione sociale?

Non esistono più i centri di informazione e consulenza nelle nostre scuole, strumento utilissimo per intercettare quelle forme silenziose di disagio che poi esplodono inesorabilmente.

Tu, dunque, hai parlato di nuove linee guida per riformare il sistema e per migliorarlo. Hai annunciato che "a settembre verrà aperto uno sportello al ministero dedicato a chi soffre di problemi psichiatrici". Bene, epperò ti chiedo di sollecitare da subito, come tu sai fare, l'Azienda sanitaria e l'Amministrazione comunale ad affrontare la questione. Senza ritardi, non più accettabili.

Ti chiedo, infine, di venire a San Benedetto per far sentire la tua voce.

Io sono a tua disposizione, con l'affetto e la stima di sempre.

* presidente C.Ha.P.P. (Comitato per l'handicap del Piceno)

22/04/2004





        
  



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