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Messa in sicurezza del Tronto: un'interrogazione alla Regione di D'Angelo

San Benedetto del Tronto | L'esponente dei Verdi rivolge undici quesiti all'Amministrazione regionale

di Giovanni Desideri

A dodici anni dall'esondazione del fiume Tronto (10-12 aprile 1992), il consigliere regionale dei Verdi Pietro D'Angelo ha rivolto al presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio un'interrogazione a proposito della "situazione di messa in sicurezza e sistemazione dell'asta fluviale terminale del fiume Tronto" e sulla "funzionalità dell'Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto".

D'Angelo precisa che su quei temi è pronto a sollecitare il gruppo parlamentare dei Verdi affinché presenti a sua volta un'interrogazione parlamentare. Nella fattispecie, chiede interventi sugli argini del Tronto, che li renda capaci di una portata di 1450 metri cubi di acqua al secondo (l'esondazione del '92 fu causata da 800 metri cubi al secondo, quella ben più grave del 1929 da 2000).

D'Angelo premette che "dalle indagini e dai risultati del dibattimento giudiziario relativo all'esondazione dell'aprile '92 emerse inconfutabilmente il ruolo determinante, nell'esondazione, degli insediamenti in area di pertinenza del fiume, quali insediamenti produttivi, campi sportivi strutture varie, ecc e la più volte ribadita necessità della loro delocalizzazione, al fine di un efficace intervento di messa in sicurezza dell'asta fluviale".

Illustrando i contenuti della sua interrogazione, D'Angelo rileva invece che tale delocalizzazione non è avvenuta e che al contrario nel territorio di Spinetoli e di Monsampolo si è proceduto ad ulteriori insediamenti nell'alveo del fiume (in uno dei due casi ha presentato un esposto).

D'altra parte, per risolvere il problema dell'incidenza dei manufatti lungo l'alveo sulle esondazioni, già tra il 2000 e il 2001 il Ministero dei Lavori Pubblici e il Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio avevano disposto un finanziamento di 33 miliardi di lire (circa 18 milioni di euro). L'intervento principale riguardava il rifacimento dei ponti della Statale 16 e della ferrovia: né realizzato né progettato.

Ma D'Angelo chiede anche conto alla Regione del pessimo funzionamento dell'Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto, preposta all'adempimento della messa in sicurezza del fiume (particolarmente attraverso la redazione di un proprio "Pai"). D'Angelo denuncia il grave sottodimensionamento nel personale di questo Ente: appena 6 tecnici, nonostante l'ampiezza del territorio coinvolto.

Su quest'ultimo punto il Consiglio regionale delle Marche aveva già approvato un ordine del giorno dello stesso consigliere, che impegnava la Giunta "affinché la segreteria tecnica dell'autorità di Bacino del fiume Tronto venisse affiancato e supportato, per un periodo transitorio fino all'approvazione del Pai, dal personale tecnico dell'Autorità di Bacino Regionale". A due mesi dall'approvazione dell'ordine del giorno, neppure tale affiancamento è avvenuto.

Quanto al Pai (Piano di Assetto Idrogeologico), nella sua interrogazione D'Angelo lo definisce "strumento di pianificazione del territorio fondamentale per la sicurezza dei cittadini, in quanto, oltre alla perimetrazione delle zone a rischio e contestuali norme di salvaguardia dei corsi d'acqua, pianifica gli insediamenti compatibili con il normale deflusso delle acque e la sicurezza dei cittadini".

Intanto, per il tempo trascorso dallo stanziamento dei 33 miliardi/18 milioni di euro, tale finanziamento appare oggi fortemente eroso dall'inflazione. Un doppio costo per la collettività: la mancata messa in sicurezza del fiume e l'erosione di finanziamenti immobilizzati. Il prezzo dell'incapacità di spendere soldi.

24/04/2004





        
  



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