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25 aprile a San Benedetto: dai partigiani all'Iraq

San Benedetto del Tronto | La cerimonia in Comune. Stemperate le polemiche della vigilia

di Giovanni Desideri

In apertura della cerimonia per il 25 aprile in Comune il sindaco di San Benedetto Martinelli ha voluto rispondere alle polemiche del giorno prima: "alla commemorazione di oggi sono stati invitati tutti. Non è vero che l'Anpi sia stata esclusa. L'Assoarma include infatti tutte le altre associazioni combattentistiche".

Presenti rappresentative delle Associazioni Nazionali dei Bersaglieri, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Marina, dei Mutilati e Invalidi, degli stessi Partigiani, degli Ufficiali in congedo. Dopo la cerimonia in Comune, causa maltempo, corteo annullato e trasferimento in macchina in viale Secondo Moretti per la deposizione di corone di alloro sui monumenti ai caduti.

In un'aula consiliare non proprio gremita di cittadini il sindaco ha parlato della possibilità, a sessant'anni di distanza, di uno "sguardo sereno" sulla Resistenza e sulla Repubblica di Salò: "anche coloro che aderirono alla Repubblica di Salò, ha detto, lo hanno fatto convinti di fare il loro dovere". Indi, senza nominare l'Iraq, il sindaco ha rivolto un pensiero "ai nostri soldati e carabinieri e al giovane ucciso" (Fabrizio Quattrocchi, ndr). Tutti impegnati in "un Paese lontano" o "in Oiente".

Infine Martinelli ha detto della dignità del popolo italiano, "capace di rialzarsi dalla tragedia della seconda guerra mondiale".

Gli ultimi interventi sono stati quelli dei partigiani Elio Tremaroli ("abbiamo ridato dignità alla Patria. Grazie ai nostri morti. Non vorrei che si rivoltino nella tomba". Tremaroli era stato tra i più polemici della vigilia) e Alberto Perozzi (commissario straordinario della locale sezione dell'Anpi). Quest'ultimo ha negato che la Resistenza sia stata una guerra civile, ricordando al contrario la partecipazione della gente comune.

"Non ho partecipato ad una guerra civile. Mi sono opposto ad un regime che portò l'Italia alla miseria morale e materiale. Non considero una vergogna l'8 settembre, ma non voglio riappacificarmi con chi uccise i partigiani. Anche se non li odio".

Per il senatore Amedeo Ciccanti "c'è chi sostiene che il 25 aprile sia dedicato alla lotta al nazifascismo, chi invece la ritiene una giornata di libertà, da tutte le dittature e da tutte le guerre. Non possiamo non essere vicini a quei popoli che ancora non hanno conquistato la libertà. La missione italiana non è di occupazione, ma di pace".

Ciccanti ha quindi rivolto un saluto all'Anpi, dichiarando l'orgoglio della comunità picena per la medaglia d'oro al valore militare per attività partigiane di cui è insignita la Provincia e, dal 2002, anche la città di Ascoli.

L'onorevole Scaltritti: "in quei momenti la gioia della liberazione dal nazifascismo fu grande, ma non meno intensa fu la preoccupazione di doversi difendere dal pericolo del regime comunista. La liberazione è un processo ancora in corso e non avrà fine se non quando si raggiungerà al pace nel mondo, che non si conquista sventolando bandiere, facendo girotondi, intonando cori, organizzando cortei o ancora peggio insultando politici e militari ".

Per il presidente della Provincia Pietro Colonnella "il 25 aprile è la data fondamentale, l'atto di origine della nostra democrazia e della nostra Repubblica. La Costituzione che fu promulgata è una delle più avanzate d'Europa e del mondo". Colonnella ha poi citato episodi avvenuti nel Piceno, tra i quali il sacrificio del maresciallo Nardone.

Ha poi reso omaggio ai 278 partigiani caduti e rivolto un pensiero agli oppositori del fascismo "come Altiero Spinelli, mandati al confino e non certo in villeggiatura". Infine ha auspicato un rafforzamento dell'Onu per la soluzione delle controversie internazionali, "in un mondo multipolare".

Interventi conclusivi di Franco Ameli (presidente della sezione locale dell'Assoarma) e della studentessa di Grottammare Simona Lattanzi (Liceo Scientifico "Rosetti"), che ha parlato del 25 aprile e della Resistenza come "rifiuto della guerra", invitando i presenti a sentirsi cittadini italiani ma anche del mondo.

25/04/2004





        
  



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