Si fa suora una delle figlie di Mel Gibson
| ROMA Sul set del film un attore musulmano si è fatto battezzare e la segretaria atea del regista ha chiesto di essere cresimata.
Hannah una delle figlie di Mel Gibson si fa suora e prenderà i voti a Roma. Lo rivela il settimanale Oggi, scrive Giancarlo Padula, autore del libro"I segreti della Passione di Cristo" (Edizioni Tabula fati), uscito in contemporanea con il film del regista australiano.
Sul set conversioni, miracoli, guarigioni: un attore musulmano francese si è fatto battezzare, Tracy, la segretaria atea del regista ha chiesto di essere cresimata, insieme a una comparsa ebrea. "La mia sceneggiatura sono i Vangeli e il mio regista è lo Spirito Santo".
Mel Gibson ha più volte ripetuto questa frase e inoltre: "Voglio trasportare gli spettatori là dove tutto avvenne, ed essere fedele ai vangeli, cosa che nessuno ha mai fatto prima". A proposito della violenza del film, bisogna dire che Gesù non ricevette le 39 frustate "di rito" che i Romani infliggevano ai condannati, ma molte, molte di più.
Si accanirono su lui in maniera particolare, forse per la tensione che si era creata nel popolo, per tutte le vicissitudini del processo e degli attriti con il Sinedrio. I Romani erano particolarmente innervositi da quella vicenda ancor più perché erano in corso le sommosse degli Zelati che combattevano con le armi i Romani per cacciarli dal territorio della Palestina. L'uomo della Sindone rivela che il corpo di Gesù era completamente ricoperto dalle frustate.
Il trattato clinico del Journal of the American Medical Association sulla morte di Gesù Cristo dice testualmente: "La flagellazione procurava lunghe profonde lacerazioni, con massiccia perdita di sangue. Lo strumento era una frusta con lacci di cuoio intervallati da sfere di ferro e aguzzi ossi di pecora. La tortura portava il condannato alle soglie della morte".
"Verso i 35 anni", ha raccontato il regista, "ero scivolato in una angoscia totalizzante. Ero disperato, tanto da pensare di buttarmi dalla finestra. Non ce la facevo più, ma non avevo neppure il coraggio di farla finita. E' orribile arrivare al punto che non vuoi più vivere, ma non vuoi neanche morire. E' stata la Passione a guarire le mie ferite. Un percorso che è durato 12 anni".
A Matera, dove sono stati girati gli esterni del film La Passione di Cristo, la gente del posto ricorda Gibson come un uomo di fede, riservato, deciso a pretendere il massimo da sé stesso e dagli altri, amante della buona tavola e in particolare di carne arrostita e bruschette condite con olio d'oliva.
Le riprese furono effettuate a Craco dal 31 ottobre al primo novembre del 2002 e a Matera, tra i rioni e Sassi e l'habitat rupestre, dal 4 novembre al 21 dicembre 2002. Gibson è un buongustaio e gli è piaciuta molto la cucina materna: alle Botteghe del Sasso barisano, il regista ha apprezzato crostini di pane e olio d'oliva, arrosto misto. Pesce.
Alla "Trattoria Lucana" ha gustato olio d'oliva anche da solo e spiedini d'arrosto.
Alle "Lucanerie" Monica Bellucci ha consumato salsicce lavorate a punta di coltello, pasta fatta in casa con zucca e peperoni "cruschi", la torta di formaggio caprino. Jim Caveziel ha mostrato di essere un buon intenditore di Aglianico, vitigno molto antico, trapiantato in Basilicata dai Greci.
Intanto Matera, il cui insediamento originario risale al Paleolitico, cioè circa 10 mila anni fa, che la Passione, l'ha già vissuta durante i mesi delle riprese esterne del film, vive ora il "terzo giorno", quello della Resurrezione. A Sassi esplode il turismo: le agenzie organizzano "I tour della Passione", offrendo visite guidate nei luoghi dove Mel Gibson ha girato le riprese.
"Il regista si faceva dire Messa ogni mattina, in latino da Don Angelo Tataranni, lui serviva Messa", ha raccontato Rosalia Giura, proprietaria dell'Abergo Italia, dove Mel Gibson alloggiò fra l'ottobre e il dicembre de 2002, a Dino Satriano del settimanale "Oggi", "Maria, la cameriera, provvedeva a tenere sempre piena la boccetta del vino". Sul tavolo, un'altra boccetta, però di olio, con un vassoio di pane fresco. Il regista ne mangiava sempre.
Nell'altra stanza della suite, gli attrezzi per la ginnastica. La domenica di ritorno dalla Messa si metteva a cantare, un uomo molto sereno. Mangiava nel nostro ristorante e apprezzava i piatti con la verdura: per esempio, la crema di fave con la cicoria e le polpette di mollica di pane soffritte e condite con sugo di carne, una sera preparò la pizza". Ora chi vuole può provare il "Menù Gibson".
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09/04/2004
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