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San Benedetto del Tronto | Un "titolo", fa la differenza? Tra contesse, principesse, baroni e sir...il mondo dei nobili ed ignobili.

di emme

I media tacciono, ma credo che le nozze dei Reali di Spagna, come già quelle celebrate nella suggestiva cornice etc.etc. dal rampollo Savoia, abbiano superato qualunque altro indice di ascolto ( oltre che di invitati al pranzo di nozze). 

Un conduttore tivù, famoso non so  perché, ogni tanto ospita un ilare personaggio e si sdilinquisce riempiendosi la bocca " principe qua, principe la, caro principe,  si accomodi principe etc.",. Se si esclude l'audio, sembra proprio uno che stia divorando bigné alla crema.

 
Un'altra trasmissione di successo riconduce per mano una presentatrice "trasgressiva" fra le persone normali. Ospita con gran riguardo una contessa, che sarà poco principesca, dice le parolacce, ma sempre nobile è e fa tanto audience,

Forse li chiamano Principi, Conti, Baroni etc, perché non se la sentono di chiamarli Signori. In fondo, è la stessa ragione per la quale all'estero c'erano un Signor Churchill, un Signor Roosevelt, mentre in Italia c'erano solo accademici titolatissimi:  il dott. Tal de' Tali, il prof. Pinco Pallino, il Cav. o Comm.Tizio. - Chissà perché, ma i Churchill ed i Roosevelt non si offendevano, anzi! -. Quando da Noi arrivò al potere una generazione che, per la fretta di servire il Paese facendo politica, non aveva preso nemmeno il diploma di maturità, non si sapeva come fare. Alla fine si scoprì che bastava chiamarli con nome e cognome per esteso, come s'usa con i più illustri defunti. Prendete ad esempio, che so, Ugo Foscolo e Giosuè Carducci: nominati così si capisce  che chi li nomina li considera dei Grandi Italiani. Se dicesse il "prof. Ugo Foscolo" o il "prof Carducci", sarebbe identificato come un pericoloso Critico Letterario dedito ad insegnare a quelli come si scrive una Poesia.  

Le giovanette guardano e sognano il " ballo delle debuttanti", completo di vestitone in affitto e cavaliere imbranato strizzato in una improbabile divisa. Vorticano composti  e poi un passo avanti, uno indietro, due di lato, in una parodia di quei popolarissimi waltzer che movimentavano le osterie di Vienna nel 1848, quando il nobilissimo principe di Metternich se la squagliava all'inglese, disapprovando.
 
La Nobilomania raggiunge lo zenith intorno alle  feste natalizie. Non c' biglietto augurale che non sia indirizzato alla " N.D." ( Nobildonna) e all'"N.H."( un errore entrato nell'uso, poiché la sigla esatta dovrebbe essere N.V. - Nobilis vir -, visto che Homo è anche lo schiavo ed i Romani sapevano quel che scrivevano ). Comunque, a quei  tempi non c'erano ducati, contee, marchesati etc e la Nobilitas era dimostrata ( anche falsificando le carte), dal fatto che molti antenati avevano servito lo Stato con grande onore e capacità.

La Nobile che più nobile non si può, domanda alla compagna di stanza che si chiama Esposito: " Degli Esposito di Gelagna, o del ramo degli Esposito di Sassofiorito?"-

La sventurata rispose:" Noi siamo di Forcella da quattro generazioni. Papà, per il compleanno , mi ha regalato una catena di salumerie".

La Nobile giovanetta ebbe una crisi, non tornò mai più al Poggio e tutti in casa  furono contenti perché il risparmio fu grande.

Una mia conoscente ha speso una fortuna per accaparrarsi ad un'asta benefica una orrifica  tazza di maiolica con effige, carrozza e corteo della regina d'Inghilterra, che fu un vendita ad un penny il giorno della Incoronazione e mezzo  penny il giorno dopo perché gli Inglesi non la compravano.

Vi furono Nobili che della nobiltà avevano capito tutto. Maurice de Talleyrand, la cui famiglia era già nobile quando Ugo Capeto, secondo Dante, faceva ancora il beccaio a Parigi, piantò una grana con Napoleone che gli voleva regalare il Principato di Benevento. Diceva che Principe lo era già e voleva essere nominato " Principe Regnante". Napoleone la prese per una fisima e lo accontentò. Quello che Talleyrand non gli aveva detto è che quel " Regnante" gli dava il diritto a riscuotere ed intascare le tasse del Principato.

La famigliola del Ragioniere, abbassato il volume sonoro della tivvù, si dedica,  quando ha ospiti di riguardo,  a ricostruire il puzzle di frammentate memorie  e sentiti dire:  "il bisnonno aveva sposato una dama di compagnia della regina Margherita ed era amica della cognata del conte di*** : la prozia Clotilde, invece, era prima cucitrice della regina e frequentava la corte, avendo diritto al titolo di marchesina in quanto figlia naturale del marchese di*** " etc.etc.

Intorno a mezzanotte, immancabilmente, la suocera centenaria esibisce un gran foglio di falsa pergamena con  le armi di famiglia a colori e succinta genealogia in calce, in genere risalente alle Crociate. Tutti sanno che si tratta della ricerca araldica che il  primo applicato del catasto, Giacinto Diodonato dovette fare prima della guerra per dimostrare l'origine ariana, contribuendo ad arricchire Istituti ed Agenzie specializzati sorti come funghi dopo le leggi razziali, ma il documento è ineccepibile. carta canta!

Il figlio madornale, nato da illecita, duratura e ufficializzata fornicazione, se Nobile è " figlio naturale". Se plebeo era detto " figlio della colpa". Se frutto del casuale incontro del Nobile con la procace figlia dei coloni dei suoi  possedimenti, era il " bastardo" e basta. Ma se il Nobile era o stava per sposarsi, diventava il " figlio di nessuno" e glie lo scrivevano sulla Carta di Identità.

Il Grande Hotel con annessa beauty farm, per seguire la moda e battere la concorrenza, ha rimosso dalle pareti le copie degli allusivi dipinti di Tamara de Lempyka e li ha sostituiti con brutti ceffi in toga, pergamena in mano, spada e corazza pinti da abile e prezzolato pennello.
Il Signor Gigi, che si dice che sia un Marchese ma non lo confessa e si scoccia moltissimo quando lo chiamano Signor Marchese e gli fanno l'inchino, scuote il capo e si lamenta perché , rientrando la notte nella penombra cimiteriale dei silenziosi corridoi, si spaventa.
            
Una ineccepibile ricerca genetico-demografica dimostra che discendiamo tutti da Giulio Cesare. Cambiando capostipite, si può dimostrare ugualmente che discendiamo tutti quanti siamo da Vercingetorige. Ma questa è roba da comunisti.

La contessina di***, che è una che ha studiato, si alza piangendo dalla poltrona televisiva:" Povero Nerone! Era proprio uno di Noi, con tutti quei traumi infantili. Buon sangue non mente! ..".

Eravamo stati facili profeti, prevedendo dopo i primi fumettoni, un " Nerone", ma mai avremmo immaginato che fosse un giovanotto complessato, tutto da compatire. In futuro dovrebbe toccare a Seneca, che scriveva di morale e intanto si arricchiva a più non posso, cosicché la sua fortuna, al termine del quinquennium neronis, doveva essere superiore al PIL dello Stato..Domanda: di fronte ad una crisi monetaria, con tutte le spese per ricostruire Roma ed il Popolo che diceva che i Senatori erano tutti ladri, dove li doveva prendere i soldi Nerone?

 A leggere i giornali, pare che i Reali di Spagna abbiano arricciato il naso alle recenti nozze del figlio  che sarebbe quello in divisa, medaglie ( ma quante guerre ha fatto?!...) e il volto che più intelligente non si può. Dice cautamente la mia estetista, che si chiama Esposto,: ". certo, sposare una così, senza nobili natali, con genitori divorziati."- Anche le estetiste hanno un'anima e forse anche un quarto di nobiltà, residuo di frettolose fornicazioni extra moenia!

Non bisogna stupirsi: la nobiltà nominale ( non quella d'animo) affascina tutti: Prima di diventare l'"Incorruttibile", Massimiliano Robespierre si faceva chiamare "de" Robespierre e scriveva madrigali. Ma era un borghesuccio plebeo e sapete bene come andò a finire. Voltaire, che parlava bene ma razzolava male, si voleva battere in duello per una faccenda di nobiltà e lo dovettero chiudere nella Bastiglia perché non facesse danni se non con la penna.  Di analoga delusione era rimasto vittima Volture che tenne a battesimo le moderne Lettere in Francia e non stampava i suoi libri per non correre il rischio che altri che i Nobili li leggessero. 

Quando questa Repubblica  - o "quella", nel caso che preferiate chiamarla " Prima Repubblica"- era ancora in dande, una delle prime cose che fece fu di abolire i titoli nobiliari. Il Principe di *** che sbarca il lunario e mette d'accordo il pranzo con la cena partecipando a tutte le riunioni conviviali ed anche a quelle televisive con buffet a parte come da contratto, quando lo informo della esistenza di quell'improvvido provedimento, ci pensa su e poi, inghiottendo un tramezzino, sentenzia argutamente : " Un Principe è sempre  un Principe!" e volge il dolce sorriso allo stuolo di aspiranti Principesse che gli siedono intorno, attente a mostrare le giarrettiere, con un occhio alle cosce e l'altro all'obbiettivo della videocamera..

28/05/2004





        
  



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