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Forum pubblico con i sette candidati alla presidenza provinciale

San Benedetto del Tronto | I punti della loro campagna elettorale in corso, le linee programmatiche, in un confronto senza "esclusione di colpi".

di Adamo Campanelli

Si sono confrontati dal vivo tutti e sette i candidati alla presidenza della Provincia, durante un Forum pubblico organizzato da ”il.Quotidiano.it”.
 
Il moderatore, il Direttore del giornale promotore dell’iniziativa è stato Mimmo Minuto, che seguendo un ordine alfabetico, ai candidati ha dato la possibilità di illustrare il proprio programma elettorale, in circa tre minuti a testa.
 
Pochi i punti di accordo delle diverse linee programmatiche politiche, che comunque hanno scaldato il numeroso uditorio, che non ha risparmiato punti di riflessione successivi.

Stefano Cannelli (Forza Nuova, Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini): "Forza nuova è una componente all’interno di una coalizione che si chiama Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, qualcuno avrà letto le dichiarazioni e quello che abbiamo sostenuto in precedenza.

Siamo scesi sul campo per una scelta di vita, reale. Io provengo dal Movimento Sociale Italiano, per cui abbiamo una radice piuttosto profonda. Oggi con piacere si può trovare un tavolo, attorno al quale siedono tutti gli esponenti delle varie forze politiche. Un tempo non era così semplice e facile.

Abbiamo voluto dare una dimostrazione con i fatti, che siamo capaci di fare delle scelte, non di opportunismo e opportunità ma ideali. Ancora c’è, chi crede nei valori della politica che bisogna recuperare, perché se si pensa di gestire una famiglia, un territorio, un’aggregazione con una società per azioni, si commette un grave errore. Si deve percorrere la strada della moralità di cui un aspetto è l’onestà intellettuale. Le nostre idee potranno piacere, non piacere essere simpatici e non simpatici, ma ci aspettiamo la riconoscenza morale e coerenza.
Quando abbiamo visto che qualcuno voleva rinnegare quello che per cui tanto tempo abbiamo lottato, ricordo che provengo da Alleanza Nazionale, feci una scelta e persi politicamente quella scommessa, che non rispecchiava più i miei valori. E lo riconosco, come quando si gioca al totocalcio.

Ma ho deciso di non perdere la dignità. Tutti ci riteniamo responsabili di questo impoverimento, delle famiglie che sono state in primis esposte a rischi di natura economica, sociale, occupazionale. Ci proponiamo all’attenzione dei cittadini, affinché ci vedano in termini di coerenza e portatori di valori".
 
Mario D’Emidio (PRI):"Qual è la posizione politica del partito nella provincia? E programmatica? Per grande chiarezza il partito ha scelto una linea di assoluta autonomia ed equidistanza dai due poli prevalenti, questo significa che il partito in questa fase non sta né con il centro-destra né con il centro-sinistra, è una scelta che è stata fatta, perché l’attività degli ultimi nove anni di amministrazione di centro-sinistra, per la quale abbiamo rispetto per l’impegno che è stato profuso, per molti aspetti ha dato risultati non soddisfacenti.

Io ripeto sempre la battuta che a Pietro Colonnella abbiamo consegnato una provincia e ce ne ha restituite due…evidentemente, in questi 9 anni qualcosa non ha funzionato da un punto di vista operativo e di intervento sul territorio.

Da un punto di vista di programma, ciascuno di noi lo ha presentato, ma questo prima della deliberazione finale del senato, quindi i nostri programmi andrebbero oggettivamente tutti rivisti e riconsiderati.

Quello che abbiamo fatto in proiezione di una provincia di Ascoli e di Fermo adesso va riconsiderato su come si può gestire nei prossimi anni la suddivisione provinciale.Io sono fra coloro che ritiene che chiunque sarà il Presidente della prossima amministrazione avrà dei problemi, e potrebbe essere un presidente a  termine, una volta stabilita questa suddivisione, e arriverà il commissario governativo, io ritengo che questa suddivisione prima si fa e meglio è per tutti quanti.

Non si può programmare 5 anni, con questa “spada di Damocle” sul territorio.Quello che è importante è stabilire un concetto di città-territorio che vada a sopperire alla diminuzione di capacità operativa di ciò che rimane della provincia".
 
Vincenzo Rosini (Lega Nord): "A differenza del Partito Repubblicano, siamo ad un primo incontro con l’elettorato, perché non si era mai proposto un discorso Lega  Nord nel sud delle Marche.

Ho iniziato una battaglia qualche tempo fa, dal 2001 sono sulla piazza  a San Benedetto, ma a livello provinciale non c’eravamo ancora schierati e presentati.

La problematica della provincia di Fermo, noi l’avevamo prevista in largo anticipo, l’unico consigliere che si era dichiarato contrario, mostrando una mozione per l’integrità della provincia nel 2001 fui io, perché il percorso  era ben chiaro, e il volere delle popolazioni supera sempre il volere dei burocrati ed era inevitabile che la provincia di Fermo si costituisse in termini relativamente brevi.

Un problema enorme perché non dovremmo costituire un altro ente pubblico “elefantiaco” spendaccione incapace di gestire in modo efficiente la cosa pubblica. Creare un nuovo ente che da un lato ci consenta di ricreare quello di Ascoli, che è un carrozzone mal funzionante, come avere un treno per fare un tratto dal centro al paese alto di San Benedetto, per cui noi vogliamo che questo treno sia trasformato in una bicicletta, che sia efficiente, poco costoso per la comunità.

Noi guardiamo all’efficienza del nuovo ente e di quello che resterà come prioritario".
 
Massimo Rossi (Ulivo più Rifondazione e Idv): "Noi viviamo un momento di profonda inquietudine che ho vissuto in questi giorni nella campagna elettorale, nelle persone che vengono ad ascoltarmi, nei mercati, nelle sale, dove le persone si parlano sinceramente e si dicono le cose che non vanno parlandosi sinceramente.

Precarietà legata alle condizioni di chi lavora, che ha paura di perdere il posto e lavora a termine, al problema dei servizi sociali e sanitari, che sono sempre più precari e tendono addirittura ad essere privatizzati, la paura per gli scenari di guerra che ci coinvolgono, perché la guerra non si vive solo con le “porcherie” che vediamo fare anche al nostro paese, in giro per il mondo ma anche nelle stazioni delle città europee.

Noi in questo territorio abbiamo le risorse, da un punto di vista umano, produttivo, i saperi, che ci possono consentire di uscire da questa situazione dando risposte alle problematiche dell’oggi, alla perdita dei posti di lavoro, magari lavorando su una competitività diversa, puntando sull’innovazione, sul sostegno con la formazione professionale a quella che è l’innovazione, ed esiste l’innovazione di prodotto e di sistema.

Questo può essere fatto partendo dalla realtà che c’è. Bisogna darsi un progetto per il futuro che pensi già ad una economia, un sistema di vita e di relazioni diversa da quella attuale.

Oggi abbiamo un modello di vita e di consumi che non ha niente a che fare con il benessere. Passiamo giornate nei centri commerciali, invece di andare nelle nostre campagne a consumare e comprare prodotti tipici, ci relazioniamo tra di noi in maniera affrettata non godendo dei rapporti con l’ambiente. Vogliamo riportare in questa provincia un modello di vita e di economia che faccia i conti con la qualità della vita, intesa come valorizzazione del territorio".

Gianluigi Scaltritti (Casa delle Libertà): "La mia candidatura è legata alla volontà di dare un’opportunità al territorio di legame forte anche con le istituzioni nazionali, possibilmente con quelle europee.

Riteniamo che il territorio  ne abbia bisogno dopo nove anni di un governo provinciale inesistente, in quanto la situazione sociale e infrastrutturale è in enorme ritardo rispetto ad un andamento nazionale competitivo.

E’ necessario avere degli interventi concreti sul territorio, per fare questo il nostro programma parte dai valori, nei quali ci riconosciamo profondamente, che devono essere il costrutto per tutta la nostra azione politica.

Centralità della persona, della famiglia, dell’impresa della libertà. I nostri principi e metodi sono quelli di una costruzione con il rapporto della realtà estremamente sussidiario, credo che la Provincia debba riprendersi il suo ruolo di coordinamento e di contatto con la realtà e un compito di questa istituzione debba essere di valorizzare l’associazionismo, e la grande forza reale che c’è nella società, volontariato, associazionismo, sportivo, culturale, e questo da la possibilità alla nostra società di esprimersi e di sanarne i bisogni e le esigenze. Nulla meglio dei cittadini, può dare soluzioni ai cittadini stessi.

Le istituzioni devono cambiare cultura, devono essere a servizio del cittadino, la Provincia deve riprendere il suo rapporto di coordinamento con quelle che sono le realtà comunali, deve dare soluzioni al mondo del lavoro avendo un rapporto con le rappresentanze del lavoro, sindacati, imprenditori.

“Con te per rilanciare la nostra Provincia” il mio slogan parla anche dell’ente, che è stato burocratizzato, appesantito e ciò è stato detto anche da alcuni miei concorrenti, una verità da risolvere e pensare anche al futuro e alle 700 persone che ci lavorano dobbiamo renderle produttive e farle appassionare al loro lavoro".
 
Vittorio Traini (Psdi): "Vorrei spiegare la mancanza della socialdemocrazia come candidati e perché ci siamo ripresentati. Noi abbiamo avvertito l’esigenza di creare quel punto di riferimento che è mancato fino ad oggi perché c’è stato uno scollamento tra la politica e il cittadino.

Oggi il cittadino se si rivolge ad un ufficio pubblico, trova difficoltà ad individuare il responsabile di un proprio procedimento o documento.

Un altro punto saliente del nostro programma sarà il riordino di un processo organico su tutto il territorio delle infrastrutture e della viabilità perché ci sono due province che devono collaborare e il progetto va visto sotto un unico territorio organicamente.

Stesso discorso lo facciamo per la disoccupazione, si sono fatti corsi di formazione dando finanziamenti a gruppi, enti, e chi è che fa i corsi di formazione, rimangono disoccupati, riteniamo che questi finanziamenti vengano dati alle piccole imprese che formano al proprio interno il personale con l’obbligo dell’assunzione almeno dell’80% del personale formato.

Altro problema la sanità, non condividiamo la politica che ha fatto la Regione con la Asl unica.

Inoltre il turismo e le infrastrutture aeroportuali che vengano migliorate e collegate con pulman magari sulla costa.Un altro aspetto, su cui faremo un convegno il 7 giugno sarà lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, un argomento importante, al quale parteciperanno, tecnici ed esperti che illustreranno il problema".
 
Gino Vallesi (Alleanza Popolare Udeur) :" Il nostro impegno in questa campagna elettorale deriva essenzialmente da due motivi, uno di carattere politico, l’altro di carattere programmatico.

Abbiamo notato che c’è stanchezza ad appartenere a due grandi contenitori di centro-destra e centro-sinistra, litigiosi più che mai, che da dieci anni non hanno assicurato quei miglioramenti che avevano promesso, è aumentata la rissa la conflittualità, si mettono insieme per vincere le elezioni, e il giorno prima, durante e dopo è lotta continua. Il secondo motivo è, prendendo atto anche della nuova realtà territoriale che si è generata negli ultimi mesi e che avanzava da tempo, l’impegno e la necessita di ridisegnare questo territorio di appartenenza da Cupra a Montalto, Comunanza ad Arquata, San Benedetto, di rimodularne tutte le risorse per finalizzarle al meglio, e all’interno di esse, censendo tutte le potenzialità, bisogni, precarietà  innestare un progetto di territorio che sia punto di riferimento nel medio Adriatico.

Un territorio che sia un Marchio di qualità, perché siamo nelle condizioni di poterlo fare, senza piangerci addosso perché le risorse umane le professionalità potenzialità storico turistico, culturali architettoniche ci sono.Rivalutare il patrimonio, può anche essere fonte di sviluppo compatibile e mezzo di occupazione, perché il problema dei problemi è il lavoro, oltre ai servizi che vanno finalizzati al meglio riacquistare efficienza e accorciare i tempi della spesa e lo snellimento delle procedure perché il cittadino è gonfio di essere incartato quotidianamente nelle difficoltà burocratiche.

E in conclusione, visto che siamo considerati “piccoli e storti”, vi chiediamo una mano affinché non passino solo i messaggi del centro-destra e centro-sinistra che sono fagocitanti e forvianti rispetto alla realtà dei problemi che loro hanno trascurato in dieci anni".
  

02/06/2004





        
  



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