Festival Ferré, si è concluso parlando della situazione della musica in Italia
Grottammare | Confermato lappuntamento come una delle Eeccellenze marchigiane nel campo della cultura e una di quelle nazionali per la canzone d¹autore non commerciale.
Eccellenza stabilita dalla qualità di un cartellone intenso e internazionale, dalla disponibilità di artisti di nome e di classe a prodursi in programmi specifici piuttosto che in quelli da tournèe. Con il
supporto delle presenze, quelle di appassionati da tutta Italia e appositamente arrivati da mezza Europa e di pubblico locale (nonostante alcuni appuntamenti coincidenti).
A mitigare l'affanno per le poche e insufficienti risorse -e per la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni più importanti lamentata dal Centro Ferré, titolare del festival, tanto da annunciarne, per voce del suo presidente Giuseppe Gennari, una possibile soppressione- va ricordata la posizione di rilievo internazionale che questo occupa fra le più importanti manifestazioni dedicate alla figura e allopera poetica e musicale di Ferré.
Ma le tre serate di questa edizione hanno superato il concetto, pur alto, di rassegna di spettacoli con i grandi nomi. E piuttosto si sono soffermate, sotto le insegne del Epolimorfismo poetico e musicale di Ferrè, a riflettere su quel rapporto fra verso poetico e canzone che in Italia, Francia e Spagna è tanto intenso da costituire un po lossatura della musica d¹autore. Non si è discusso dunque di canzonette quanto di quei versi musicali che sono parte della cultura e della tradizione letteraria italiana.
Sia per Monti, cantautore e attore teatrale con 30 anni di carriera alle spalle, che per Bubola, coautore di oltre 20 dei successi di Fabrizio De Andrè ma anche autore di alcune delle più belle canzoni della Mannoia e produttore indipendente, il sistema discografico ufficiale si è inceppato, diventando in poco più di ventanni sempre più approssimativo in fini e metodi e culturalmente esile. Della OEmancanza di cultura dei produttori, soprattutto di cultura musicale ha poi parlato Bubola.
Al cahier de doleance inevitabilemente aperto dalla discussione rilancia Gino Troli, presidente dellAmat/Associazione Marchigiana Attività Teatrali che con Comune e Provincia di Ascoli collabora alla realizzazione del Festival. L¹ex-assessore regionale alla cultura coglie tra le righe dellincontro una possibile nuova strada per il festival. Quella della costituzione di un forum permanente nazionale sulla musica d¹autore.
Un laboratorio che, magari in concomitanza con il festival Ferré, faccia convergere artisti, produttori, media e operatori per delineare lo stato delle cose ma anche per discutere programmi e indicazioni verso gli interlocutori istituzionali e verso la politica culturale nazionale. In fin dei conti quale territorio è più adatto delle Marche per parlare di versi e di musica?
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25/06/2004
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