“Quella sera abbiamo commesso una leggerezza, perché impegnati a discutere del supermercato Marconi”. È preceduta da un mea culpa l’accusa che il capogruppo di Rifondazione Comunista Settimio Capriotti rivolge all’assessore alle attività produttive Marco Lorenzetti, per il provvedimento approvato all’unanimità dal consiglio comunale di San Benedetto mercoledì 26 maggio.

 

Il punto in questione era il quinto all’ordine del giorno: “approvazione disciplina a scaglioni delle tariffe da applicare per le locazioni commerciali degli spazi esistenti preso il Mercato Ittico all’Ingrosso”. Lo stesso Capriotti era assente alla discussione di quel punto (entrò in aula giusto in tempo per affossare la variante al Prg che avrebbe consentito l’apertura del supermercato Marconi in largo Mazzini 5).

 

Dice Capriotti: “prima del consiglio comunale Lorenzetti aveva già avuto il parere favorevole della commissione attività produttive da me presieduta. La questione riguardava il frazionamento di alcuni locali al Mercato Ittico di San Benedetto e la possibilità di affittarli a prezzi progressivi, a seconda dell’ampiezza del locale. In commissione chiesi a Lorenzetti se la destinazione urbanistica di quei locali fosse compatibile con la lavorazione e il commercio del pesce. Rispose di sì”.

 

“Si dà invece il caso, aggiunge Capriotti, che i locali in oggetto siano stati realizzati dal Comune di San Benedetto con finanziamenti della Comunità Europea, ottenuti per realizzare locali da adibire all’asta del pesce. Nell’ambito dello stesso progetto, al primo piano del Mercato Ittico si sarebbero dovuti concedere alcuni uffici al costituendo Parco Marino del Piceno e al CNR di Ancona, ciò che avrebbe permesso di fare ricerca sul mare e affrontare i problemi dei pescatori e quelli relativi alle mucillagini”.

 

Conclusione: “discuteremo di queste cose, tra le altre, durante la riunione della commissione attività produttive che ho convocato per questo pomeriggio alle 18,30. Ma tanto è vero ciò che dico, che lo stesso Lorenzetti si era rivolto al Ministero dell’Agricoltura per procedere al frazionamento dei locali e ad un cambiamento della loro destinazione rispetto al progetto presentato alla Comunità Europea. Chiederò che il provvedimento torni in consiglio comunale, per discutere della variante urbanistica necessaria. Quanto alla mancata apertura degli uffici del CNR, il danno è sotto gli occhi di tutti in questi giorni”.