“Che si potesse snaturare completamente l’idea progettuale originale del rifacimento del Mercato Ittico era sinceramente da ritenersi impossibile”. Inizia così un comunicato stampa dell’ex assessore alle attività produttive del Comune di San Benedetto Nazzareno Torquati, che così interviene nel dibattito tra il suo successore Marco Lorenzetti e il capogruppo di Rifondazione Comunista Settimio Capriotti, a proposito della destinazione di alcuni locali presso il Mercato Ittico alla lavorazione e al commercio del pesce.

 

Torquati polemizza: “l’ assessore Lorenzetti, noto alle cronache per una serie di banalissimi e ordinari interventi, ha tentato il colpo grosso: cambio di destinazione sia per la nuova sala d’asta che ci permette di avere il riconoscimento CE, perché dove è ora ubicata è assolutamente illegale sia come struttura che come operatività, che i grandi locali al piano superiore destinati, fin dall’inizio, alla ricerca scientifica e quale base operativa dell’ormai costituendo Parco Marino del Piceno. Il perché di questi cambi di destinazione è avvolto nel mistero. Che si tratti di economicità è una bugia perché così come sono non incidono per nessun costo diretto”.

 

“Quando a suo tempo gli passai le consegne, spiega Torquati riferito a Lorenzetti, gli riferii che per ogni iniziativa ancora sospesa  poteva accedere ai finanziamenti destinati ai porti in obiettivo 2, quasi al 100% in conto capitale, con una quota riservata a San Benedetto per circa 4,5 miliardi di lire oltre a quelli destinati alla ricerca”.

 

Indi Torquati accusa Lorenzetti e l’amministrazione Martinelli di non aver completato un progetto ambizioso. Prosegue infatti: “con questi finanziamenti si potevano ultimare i piccoli lavori del Mercato Ittico risolvendo i problemi insorti con il suo avvio, ultimare l’impianto di erogazione di acqua salata, risolvere pienamente i difetti degli impianti di erogazione di acqua potabile lungo le banchine, spostare la sala d’asta con un sistema elettronico avanzato, riconvertire il corpo centrale ad uso pubblico facendone estensione della palazzina ora ospitante il Museo e l’Eurispes, il rifacimento del mercatino comunale, l’ultimazione dei piani superiori del Mercato Ittico a favore della ricerca scientifica con la collaborazione dell’Irpem-CNR di Ancona, il riordino e la funzionalità dell’ area ex Gem ed il Centro Reti, la sistemazione dell’area cantieri ed ex Galoppatoio, la definitiva sistemazione dello scalo d’alaggio, l’ottimizzazione della banchina turistica, la sistemazione del molo sud una volta dichiarato agibile. Interventi importanti, corposi, che avrebbero chiuso un ciclo di opere portuali iniziato nel 1993 con la prima amministrazione Perazzoli dopo decenni di abbandono”.

 

Infine la proposta di Torquati: “l’ attuale amministrazione deve ritornare sui suoi passi e fare uno sforzo per destinare i locali del mercato all’uso a suo tempo previsto. L’economia ittica potrà uscire dalla crisi solo ed unicamente con l’ ausilio della ricerca applicata e la modernizzazione”.