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Guccini, elezioni e letteratura

San Benedetto del Tronto | Il cantautore ha presentato il suo ultimo libro “Cittanòva Blues” all’ex mercatino del pesce

di Giovanni Desideri

“Sin da bambino il mio sogno era quello di fare lo scrittore. Poi presi la chitarra in mano, verso la fine degli anni ’50, e mi resi conto che avevo molte più possibilità con le ragazze… Sono diventato cantautore per scopi sordidissimi!”. Come d’abitudine Francesco Guccini non lesina aneddoti e battute. Tanto più presentando il suo ultimo libro: “Cittanòva Blues” (Mondadori 2003, 217 pp, 15 euro), in cui rievoca la Bologna (Cittanòva) dalla fine degli anni ’50 all’inizio dei ’70. Venerdì sera Guccini ha affabulato un pubblico numeroso, di adolescenti e genitori, presso l’ex mercatino del pesce di via Mazzocchi a San Benedetto, presentato da Gino Troli e Lucilio Santoni della scuola di scrittura “Moby Dick – La pagina bianca”.
 
Guccini ha letto alcune pagine del suo libro (“non ho assolutamente bisogno degli occhiali per leggere, ma mettendoli ho più un’aria da intellettuale di sinistra!”). Attenzione focalizzata su alcuni capitoli: quello avvincente dedicato alla Cinquecento (o “zent scud”. “Non ho mai avuto la patente, ha detto Guccini, ma ho frequentato i fruitori delle Cinquecento”) o il penultimo, “Gli andati”. Secondo Troli “pagine straordinarie, superiori all’“Antologia di Spoon River””. Per Santoni “scrittura che si avvicina al blues, fatta di improvvisazione e rigore”.
 
Ma si è parlato anche del secondo dopoguerra e del mito dell’America: “per chi è nato come me nel 1940 il rapporto con l’America non era necessario, ma quasi inevitabile. Ricordo i soldati americani e la distribuzione forsennata di caramelle e chewing gum. E di cioccolata Hershey. Ho visitato quella fabbrica in Pennsylvania negli anni ’70. Alla fine della guerra eravamo poverissimi. Si viaggiava su carri bestiame. Eravamo filoamericani. L’America ci arrivava come colonialismo culturale, attraverso il cinema, la musica, il juke-bok alla fine degli anni ‘50”.
 
Di computer e scrittura: “per scrivere uno deve leggere molto, cosa che ho sempre fatto e faccio tuttora. Leggo di tutto. Ho anche sempre scritto. Ma prima dei computer perdevo fogli e capitoli, senz’altro i migliori che avessi mai scritto. Ora non più. Tengo a precisare che io sono del Mac: la differenza tra Pc e Mac è come quella tra destra e sinistra”.
 
Ultima battuta riservata all’ultima onorificenza ricevuta, da parte del presidente Ciampi: “ma io non sono cavaliere come quell’altro…” (Guccini è stato nominato “Ufficiale della Repubblica” in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno scorso).
 
Guccini è a San Benedetto in questi giorni per il Festival Ferré (la prima serata, giovedì scorso, si è svolta a Villa Cellini a Cupra, serata conclusiva questa sera al Calabresi).
Nel pomeriggio di ieri ha incontrato il candidato presidente Massimo Rossi, nella sede dell’Ulivo (di fronte all’ex mercatino del pesce). Aperitivo al “Flauto Magico”.
 
A conclusione della serata piccola polemica da parte di Troli: "del Festival Ferré parlano i giornali francesi, ma c'è chi gli sovrappone le veline". Poi un saluto da parte dei tre candidati consiglieri DS alle provinciali: Margherita Sorge, Palma Del Zompo, Pietro Colonnella. Quest’ultimo ha invitato Guccini “a tornare a San Benedetto dopo le elezioni per festeggiare la nostra vittoria”. Stefano Greco (segretario comunale DS) ha specificato il menù: “brodetto alla sambenedettese”. Infine gli autografi ai fan, compreso Luciano Bassetti, il noto bassista della Lupo Alberto’s Band.

05/06/2004





        
  



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