L'incontro organizzato dal Gruppo Emmaus, vuol essere un momento di riflessione sul tema del matrimonio.

La grave crisi che sta attraversando la famiglia in questi anni, non può non interrogarci sul senso del matrimonio oggi. Viviamo in una società dove l'individualismo viene esasperato, dove il soggetto viene valutato per il suo potere di acquisto (consumo), ma dove dietro la vetrina luccicante degli spot pubblicitari si nasconde solitudine ed angoscia per il futuro.

Tante volte è stato detto che quella familiare è una istituzione superata, che non in grado di dare oggi risposte adeguate alle esigenze dei singoli. Tuttavia siamo arrivati ad una situazione dove al massimo della libertà individuale, corrisponde un bassissimo livello di fiducia per il futuro (soprattutto nei giovani).

Mons. Carlo Rocchetta lancerà una grossa provocazione per il nostro mondo moderno "Matrimonio: un cammino verso la felicità". Il tema centrale sarà quello della fecondità matrimoniale in senso allargato, ossia di quella capacità di generare nuova vita insita nel legame nuziale innestato su Cristo.

"La fecondità degli sposi, prima che un atto meramente procreativo, è un accadimento di ordine spirituale, legato alla coppia uomo-donna, e dunque inseparabile dal loro amore e dalla pienezza con cui lo incarnano. La fecondità, in senso integrale, riguarda anzitutto la crescita comune dei coniugi e l’affetto che li lega l’un l’altro, prima, durante e dopo la nascita del figlio. Essere genitori è molto più che "fare un figlio": un figlio richiede di essere pensato, desiderato, prima ancora di essere "concepito", costruendo quel "noi" coniugale come "culla vivente" senza cui il figlio non potrebbe sentirsi amato e non potrebbe imparare ad amare".

La genitorialità non rappresenta un accadimento fra i tanti o un evento lasciato all’improvvisazione dei singoli; esige - per sua natura- il contesto di una coppia che faccia della tenerezza amante l’anima di tutto il suo vissuto e operi in tutti i modi per costituirsi come spazio vitale, positivo e propositivo, per i figli; il solo realmente umano e umanizzante. I figli hanno diritto alla tenerezza dei genitori, come hanno il diritto all’alimentazione o alla cura della salute, hanno diritto, cioè, a sentirsi amati e a sentire di amare; un diritto non codificato nelle leggi, ma inscritto nell’essere stesso di ogni bambino che viene al mondo e costitutivo di ogni sano e pieno sviluppo.

Carlo Rocchetta già docente di sacramentaria alla Pontificia università gregoriana di Roma ed alla facoltà teologica di Firenze, è attualmente docente all'istituto teologico di Assisi. E' socio fondatore della Società italiana per la ricerca teologica (SIRT) e dell'International Accademy for Marital Spiritulity (Intams) con sede a Bruxelles, e dirige il corso di teologia sistemica per le Edizioni Dehoniane di Bologna. Ha pubblicato numerosi testi dal 1976 ad oggi.

Nel 2003 ha fondato a Perugia insieme a nove coppie il Centro familiare "Casa della tenerezza", che si occupa dell'accoglienza delle coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio della teologia del matrimonio e della famiglia. Le ultime opere nascono dall'attività dell'autore come assistente spirituale