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Il rock satanico uccide la speranza

| ROMA - Violenza, omicidi, croci rovesciate, riti macabri nei boschi... Il satanismo giovanile esiste ed è una triste realtà con la quale, purtroppo, bisogna confrontarsi.

di Carlo Climati

di Carlo Climati

La prima considerazione da fare, per comprendere meglio il fenomeno, è che il comportamento dei ragazzi è sempre il frutto di un'educazione.

Un tempo l'educazione era compito esclusivo di pochi maestri: i genitori, gli educatori della scuola e quelli religiosi. Era un'educazione più controllata.

Oggi c'è più "concorrenza". I ragazzi sono "educati" anche dalla televisione, da Internet, dai testi delle canzoni, dalle riviste per adolescenti. Sono bombardati da messaggi che contribuiscono spesso a creare conflitti e stati di disagio.

Bisogna, poi, considerare il fenomeno delle "nuove solitudini". Ad esempio, la solitudine di chi naviga per ore su Internet davanti allo schermo di un computer.

Oppure, quella di chi ha il televisore nella propria cameretta, o di chi si immerge per pomeriggi interi nelle fantasie passive e già pronte dei videogiochi.

Quando si è soli, è molto facile essere schiavizzati, strumentalizzati, indottrinati.

Il "ponte" più immediato che avvicina i ragazzi al satanismo è sicuramente un certo tipo di musica rock che si ispira all'occultismo, e che muove un giro d'affari di miliardi.

Tanti cantanti diffondono liberamente la non-cultura della morte, della violenza, della droga, del suicidio.

Naturalmente, non bisogna cadere nell'errore di generalizzare e condannare tutta la musica rock. Ma, nello stesso tempo, abbiamo il dovere di aiutare i ragazzi a smascherare certi cattivi maestri, spacciatori di violenza e satanismo, promotori di una non-cultura di oscurità e di malinconia.

Purtroppo, molti giovani sembrano essere affascinati da certe orribili filosofie.

Non è difficile incontrarli, di notte, fuori dai locali che propongono questo tipo di musica. In genere, sono vestiti di nero. Spesso hanno le braccia segnate da piccole ferite, che si procurano da soli.

Questi tagli sono un segno di resa, di pessimismo. Simboleggiano, forse, altre ferite più profonde, che sono quelle della vita di tutti i giorni. Una vita spesso segnata dall'incomunicabilità, dalla mancanza di dialogo in famiglia, dalle difficoltà nella scuola o nel lavoro.

Il satanismo, in fondo, non è altro che questo: la morte della speranza. L'invito a ripiegarsi su sé stessi e a credere nel nulla, nel fatto che la vita sia soltanto una giungla in cui i più forti trionfano sui più deboli.

Fortunatamente, nonostante la sempre maggiore diffusione delle mode sataniche, moltissimi ragazzi mostrano di voler aprire gli occhi e di rifiutare questo tipo di non-cultura. Lo testimonia il crescente successo della "Christian music", corrente artistica che da alcuni anni si sforza di rappresentare una valida alternativa al rock nichilista. Su Internet, è nato anche un portale dedicato a cantanti e gruppi di ispirazione cristiana (www.informusic.it), con articoli, recensioni e segnalazioni di concerti.

Il successo di iniziative come questa dimostra chiaramente che quando i giovani vengono invitati a riflettere, in profondità, sui testi e sui messaggi delle canzoni, imboccano con entusiasmo strade nuove e più luminose.

Il rock satanico può essere sconfitto. Tutti noi abbiamo la possibilità di farlo scomparire, attraverso le nostre scelte. Se un cantante promuove la violenza, non dobbiamo più comprare i suoi dischi. Rivolgiamo i nostri applausi a quegli artisti che comunicano messaggi positivi e in favore della vita. I buoni esempi non mancano. Basta cercarli.

09/06/2004





        
  



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