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A tu per tu con Riccardo Rossi

San Benedetto del Tronto | L'amore per il teatro e la commedia all'italiana. Intervista con il poliedrico Riccardo Rossi.

di Emidio Lattanzi

Giunto in riviera per la presentazione del libro "Pagine Rossi", Riccardo Rossi si è intrattenuto, dopo la teatrale conferenza tenuta insieme al titolare della libreria "La Bibliofila" Mimmo Minuto, presso lo chalet "Da Luigi". Tra le leccornie a base di pesce proposte dai fratelli Carlo ed Erminio Giudici, Riccardo, da vent'anni impegnato nel mondo dello spettacolo, grazie alla sua innata versatilità che lo ha visto protagonista di numerosi telefilm, importanti campagne pubblicitarie, e spettacoli teatrali, ha risposto ad alcune domande sulla sua poliedrica carriera, e sulla storia dell'amata commedia all'italiana.
 
Televisione, cinema, teatro,cabaret, pubblicità, ora anche scrittore. Tutta questa versatilità da dove viene fuori?
"Viene da un'incompetenza di base, non sapendo cosa fare mi sono aggirato per tutti questi ambiti come una falena impazzita. Poi, dopo tutte queste esperienze ho scoperto che la cosa che più mi piaceva fare era il teatro, cioè il rappresentare in versione live i racconti che scrivo, racconti che sono figli di esperienze realmente vissute. L'aspetto più bello, per me, è constatare immediatamente la partecipazione delle persone."
 
C'è un personaggio nel panorama teatrale, televisivo o cinematografico a cui ti ispiri?
"Quelli che mi piacciono sono tutti i cosiddetti "grandi", io ammiro molto la commedia all'italiana. Il nostro cinema ha avuto grandissimi interpreti, Sordi, Manfredi, Mastroianni, Gassman, Tognazzi, tutti artisti che purtroppo non ci sono più, ed è difficile oggi individuare quelli che possono essere definiti i loro eredi. E' questo il cinema che mi piace, che rappresenta un'Italia in bianco e nero che purtroppo ora non esiste più, e della quale io sento una grande mancanza".
 
Qual'è il prodotto di quella storica commedia all'italiana che non si può dimenticare?
"Senz'altro vanno citati "Una vita difficile" di Dino Risi con il grande Sordi, e c'è da dire che nonostante tutti dicano che la vera commedia all'italiana sia finito con "La Terrazza" di Scola, ma io credo che sia impossibile non inserire nel genere un grande film come "C'eravamo tanto amati" sempre di Scola, un film a mio avviso più completo rispetto all'altro. Poi ovviamente ci sono i mostri sacri, come "I soliti ignoti", o i tanti film di Sordi che andavano a sottolineare gli aspetti sociali di un'Italia che usciva dal secondo conflitto mondiale. Purtroppo non c'è stato un ricambio, lo stesso Francesco Rosi, in un'intervista, ha riconosciuto che in Italia non siamo stati capaci di raccontare il '68 ed il '77, e questo lascia sconcertati. In quegli anni non si è più riusciti a essere vicini alla società che cambiava, ma probabilmente era inevitabile".
 
Ora girerai l'Italia presentando "Pagine Rossi", poi ci sono progetti?
"Per la prima volta posso parlare dei miei progetti perchè ho un quadro ben definito. La Mondadori mi ha chiesto un altro libro, e naturalmente sono contentissimo di questo, poi, a gennaio, partirà un altro spettacolo teatrale che devo ancora in parte scrivere. Non vedo l'ora di iniziare quest'esperienza perchè, come ho detto prima il teatro mi piace da morire, in più per la prima volta so già che ci sarà un produttore quindi non dovrò più preoccuparmi degli aspetti più tecnici come luci, fonica etc., ma potrò stare da settembre a gennaio a scrivere tranquillamente. Durante l'estate girerò l'Italia con il libro, da San Benedetto andrò a Senigallia, poi a Forlì, a Lerici, a Gressonè, a Corvara e a Cortina. E' sicuramente un bel periodo, stancante, ma bello".

21/07/2004





        
  



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