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Imprese a rischio pignoramento: la replica di Coldiretti

| ANCONA - “Nessun attacco strumentale nella nostra denuncia, l’assessore Agostini sbaglia su tutta la linea”.

“I fatti dimostrano che la spiegazione dell’assessore Agostini dei disagi subiti dalle aziende non sta assolutamente in piedi, e sbaglia anche nell’affermare che le nostre critiche alla macchina burocratica regionale hanno carattere politico”. E’ quanto risponde Coldiretti Marche alle accuse rivoltegli dall’esponente della Giunta D’Ambrosio, secondo il quale la denuncia della situazione di settanta aziende a rischio pignoramento sarebbe di carattere puramente politico. “Niente di più sbagliato – spiega il Presidente Giannalberto Luzi -.

La denuncia, caro Agostini, riguarda esclusivamente il funzionamento della macchina amministrativa della Regione. E lei meglio di chiunque sa che è ormai da qualche anno che l’azione di Coldiretti non viene portata avanti con i trattori in piazza, bensì con una stretta collaborazione e concertazione, segno di una acquisita cultura di governo. Collaborazione che non significa però stare zitti dinanzi ai gravi danni che le imprese subiscono a causa del malfunzionamento degli uffici pubblici”.

Entrando nel dettaglio, vediamo, fatti alla mano, perché la giustificazione dell’assessore dei disagi alle imprese non regge. Come sostiene Agostini, il parere della Commissione Europea è giunto in fase di negoziazione del nuovo Psr, il quale è stato approvato nel giugno 2004. Il bando che ha portato le circa 200 aziende a fare gli investimenti è del 2001, e fa parte di un Psr ugualmente negoziato assieme alla Comunità Europea.

Dunque, o quanto previsto da quel bando aveva l’ok di Bruxelles, o la Regione aveva capito male. Sta di fatto che le imprese, sulla base del bando predisposto dagli uffici regionali, hanno fatto i loro investimenti. Se qualcuno ha sbagliato, questo è dunque l‘ente, e la presunta sanatoria di cui parla l’assessore, termine che solitamente indica il mettere a posto dei comportamenti errati, non sarebbe un favore alle imprese, bensì alla sua stessa struttura, poiché è evidente che, nel momento in cui i contributi sarebbero stati annullati, la Regione si sarebbe trovata dinanzi a 200 cause legali.

Resta il fatto che se gli uffici regionali avessero sbrigato il proprio lavoro nei tempi stabiliti i problemi non sarebbero sorti. Rimanendo ferma  l’intenzione di alcune imprese di ricorrere alle vie legali per il danno subito, invitiamo sin da ora l’assessore a un confronto pubblico, alla presenza delle suddette aziende, per chiarire i fatti in oggetto e analizzare i tanti altri disservizi, dal sistema informatico inefficiente al malfunzionamento degli uffici, che complicano quotidianamente il lavoro delle nostre imprese.

22/07/2004





        
  



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