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Una serata con la musica trascinante di Almukawama

Porto San Giorgio | Sabato 24 luglio al cortile grande, ex Opafs, di scena l’originale gruppo composto da Zulù (99 Posse), Neil “Perch” (Zion Train) e Papa J (Malastrada).

Un concerto originale, una serata con la musica trascinante di Almukawama. Sabato 24 luglio al cortile grande, ex Opafs, sul lungomare di Porto San Giorgio, di scena l’originale gruppo composto da Zulù (99 Posse), Neil “Perch” (Zion Train) e Papa J (Malastrada).
 
Due voci che si alternano, una musica potente a sostenere il messaggio, la rabbia, lo scherno. L’unione di due realtà nate in contesti diversi ma unite dallo stesso istinto di rivoluzione.Questo in sintesi il progetto, nato da un idea di Sasquatch, e reso possibile dall’incontro fra Luca “Zulù” e Papa J, membri fondatori dei 99 POSSE, e Neil “Perch”, dubmaster e anima ritmica degli Zion Train.
 
 Da una parte la Posse che ha scritto una pagina indelebile nella musica indipendente italiana, dall’altra una crew, un soundsystem che non è solo un modo di espressione musicale e culturale ma è una filosofia di vita. Accompagnati in concerto da Dave “Hake”, trombettista dei Crispy Horns, e da Paolo “Bantone” Polcari, tastierista degli AlmaMegretta da qualche anno produttore a Londra, e dalle proiezioni di immagini di vita e di lotta curate dal regista Antonio Bocola, che con le sue costruzioni video introduce visivamente gli spettatori nel mondo descritto dalla musica e dalle parole del combo.
 
Una nuova esperienza di condivisione musicale e politica per questo collettivo già impegnato a sostenere molte realtà di lotta in Italia e nel mondo. Spiega Zulù, il cantante del gruppo: “In un periodo storico in cui l’arabo e il musulmano vengono additati come terroristi e sanguinari, abbiamo scelto un nome in arabo il cui significato, la resistenza, rappresenta come un baluardo contro questo modello di sviluppo fondato sulla discriminazione economica e sulla guerra, che in alcune zone del mondo si combatte con armi reali e produce vittime reali, tangibili, in larga parte “innocenti”, ma che si combatte e fa danni anche in paesi dove ufficialmente c’è la pace.
 
I segnali dell’opportunità reale di pensare ad “un altro mondo possibile“, si fanno oggi più che mai tangibili e trovano nelle molteplici anime del movimento no global una platea attenta di spettatori e protagonisti di disagi e lotte: dagli operai di Melfi, Termini Imerese, agli studenti che occupano le scuole contro le privatizzazioni, dalle donne in nero in Israele ai black block, da Don Vitaliano Della Sala al movimento dei disoccupati, dalle moltitudini di migranti agli “stranieri nella loro nazione”, a mille altri ancora… E’ questa la nostra gente, è con loro che camminiamo e camminando domandiamo, noi che di questo movimento non siamo che tre delle milioni di voci”
 

23/07/2004





        
  



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