Libro di testo direttamente da internet? "Deleterio!"
San Benedetto del Tronto | Noi diciamo: libro e internet meglio di libro e moschetto.
di Tonino Armata
L'idea governativa (per ora allo studio di proposta) di sostituire il libro di testo scolastici con materiale prelevato direttamente da Internet (per abbattere il costo dei testi scolastici) ha suscitato varie reazioni. Editori scolastici e librai intravedono nel progetto una minaccia mortale per un'industria che da lavoro a migliaia di persone (personalmente mi sento solidale con loro). Se la storia andasse nella direzione pensata dal governo, questa forza lavoro dovrebbe riciclarsi altrimenti.
La mia obiezione è che l'iniziativa prevede un computer per ogni studente, e dubito che lo Stato possa accollarsene la spesa, e ad imporla ai genitori si farebbero spendere più che per i libri di testo. D'altra parte se ci fosse solo un computer per ogni classe, verrebbe a cadere l'aspetto di ricerca personale che potrebbe costituire il fascino di questa soluzione e tanto varrebbe stampare col Poligrafico dello Stato migliaia di volantini e distribuirli ogni mattina.
Ma il problema vero è un altro. E' che Internet non è destinato a sostituire i libri. N'è solo un formidabile complemento, è un incentivo a leggere di più. Il libro continua a costituire lo strumento principale dalle trasmissione e disponibilità del sapere (che cosa si studierebbe in una classe in un giorno di black out?), e i testi scolastici rappresentano la prima insostituibile occasione per educare i ragazzi all'uso del libro. Inoltre Internet provvede un repertorio fantastico d'informazione ma non provvede i filtri per selezionarla, mentre l'educazione non consiste solo nel trasmettere informazione ma nell'insegnare i criteri di selezione.
Questa è la funzione di un insegnante, ma questa è anche la funzione del testo scolastico, il quale offre l'esempio di una selezione attuata nel mare magno di tutta l'informazione possibile. Questo accade con il testo anche se mal fatto (toccherà all'insegnante, criticarne la parzialità e integrarlo, ma proprio dal punto di vista di un diverso criterio selettivo). Se i ragazzi non imparano questo, che la cultura non è accumulo, ma discriminazione, non c'è educazione, bensì disordine mentale.
Alcuni studenti intervistati hanno detto: "Che bello così potrò stampare solo le pagine che mi servono senza dovermi portare appresso cose che non devo studiare": errore. Ricordo che in terza media, negli anni del dopo guerra, gli insegnanti non mi hanno insegnato granché, ma io sfogliavo per ripicca la mia antologia e su quella ho trovato le poesie di Sereni, Quasimodo e Montale. E' stata una rivelazione e una conquista personale (dopo, Sereni incontrato in Mondadori, sarà il mio secondo padre).
Il libro di testo vale proprio perché permette di scoprire anche quello che l'insegnante sta dimenticandosi d'insegnare, e che qualcun altro ha invece giudicato fondamentale. Inoltre il libro di testo rimane come struggente e utile alla memoria degli anni scolastici trascorsi, mentre alcuni fogli stampati per l'uso immediato, che scivolano continuamente per terra e che si è portati a buttare dopo che si sono magari sottolineati (succede a noi operatori del settore, figuriamoci agli studenti), non lascerebbero tracce nel ricordo. Sarebbe una perdita secca.
Certo, i libri potrebbero essere meno pesanti e costare di meno se rinunciassero a tante illustrazioni colorate. Basterebbe che il libro di storia spiegasse chi era Nerone e poi sarebbe certamente appassionante, se si ha il computer personale, attivare, "Google image" e andare a caccia d'immagini di Nerone, di ricostruzioni della Roma dell'epoca, di diagrammi che spiegano com'era organizzata la vita sociale. Per non affermare che, se il libro indicasse anche alcuni siti attendibili, lo si potrebbe integrare ricercando eventuali approfondimenti, e l'alunno si sentirebbe impegnato in un'avventura personale, salvo che l'insegnante dovrebbe essere poi capace d'insegnare a distinguere tra siti seri e siti alla carlona e superficiali. Libro e internet è certamente meglio di Libro e Moschetto.
Infine, secondo il mio modesto parere, tutto dovrebbe girare sempre intorno al libro. E' vero che il presidente del Consiglio ha detto una volta che da vent'anni non legge un romanzo, ma la scuola non deve insegnare a diventare presidente del Consiglio (almeno non come questo).
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16/08/2004
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