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“La masseria delle allodole”, intervista con l’autrice

San Benedetto del Tronto | Antonia Arslan e la sua candidatura al Premio Campiello, progetti per il futuro, di un romanzo scritto per vocazione. Arslan:”Questo è il primo di una trilogia che già è scritta nella mia mente”.

di Adamo Campanelli

Antonia Arslan durante la presentazione

Antonia Arslan, autrice de “La masseria delle allodole”, scrittrice di una storia, la definiremmo, ma nel senso ampio del termine.

Si, una storia che nasce dal passato della stessa autrice, quella della tragedia del genocidio del  popolo armeno.

Come prende la candidatura al “Premio Campiello”?
“Sono già felice di essere nella rosa dei 5 finalisti, ciò significa avere il riconoscimento della giuria, inoltre per questo romanzo ho già avuto premi importanti: Premio Berto, Premio Fregene, Città di Bari ecc.”

Un libro che è piaciuto molto…Parla della sua storia?
“E’ in settima edizione, è la storia della mia famiglia, di origini che non ho dimenticato che ho tenuto sempre vive e di cui vado orgogliosa”.

Con che spirito ha scritto questo romanzo così vicino a lei?
Ho vissuto lo scrivere con molta emozione e gioia, sembra paradossale trattandosi di una tragedia. Ma la gioia di cui parlo è data dall’aver dato voce a delle vite spezzate abbandonate nel deserto”.

Apriamo una parentesi…San Benedetto, cosa ne pensa?
“E’ una città molto bella e l’ho ammirata con molto piacere, mi hanno colpito le palme californiane, di cui ho sentito tanto parlare”.

Altri progetti per il futuro da scrittrice?
“Ho iniziato a scrivere un altro libro. Nella mia mente sento che ne devo scrivere tre. Per quanto riguarda il titolo del terzo già posso dirti “Autunno a Tudor City”.

La Arslan ci rivela in anticipo alcuni pezzi del prossimo romanzo:”Ismene seduta sulla riva del mare, vede andare via i bambini imbarcati verso Venezia e la salvezza. E’ contenta, ma capisce che il suo compito è concluso e il distacco è doloroso. Si sente spezzare il cuore va dal suo amico prete Isacco..e li vedremo che moriranno nell’incendio di Smirne…”

I personaggi, tutti veri o alcuni inventati?
“I bambini come si sono salvati rispecchia l’evento storico. I personaggi sono alcuni veri altri verosimili”

Il momento che più la coinvolta emotivamente?
“Il momento che ho raccontato della tragedia alla fine della prima parte. Descrivere una strage di persone che ho sentito nominare fin da bambina, non è facile rimanere “distaccata”, senza risultare per la critica troppo coinvolta e sentimentalista. Comunque sono riuscita in questo senza eccessi”.

13/08/2004





        
  



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