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Sestri ha deciso: “non mi dimetto. Il mio lavoro è condiviso dal sindaco”

San Benedetto del Tronto | L’assessore all’urbanistica ha comunicato la sua decisione al sindaco Martinelli: “dica lui se devo andarmene”

di Giovanni Desideri

Tanto tuonò che per il momento non piovve. L’assessore all’urbanistica del Comune di San Benedetto del Tronto Leo Sestri ha comunicato questa mattina al sindaco Martinelli la sua decisione ufficiale: non si dimette dall’incarico, come chiedono Forza Italia (soprattutto) e Alleanza Nazionale. L’UDC e il PRI, come noto, difendono invece l’assessore.
 
Sestri lega il proprio operato alla figura del sindaco, cui passa di fatto il cerino acceso: “tutto il lavoro che ho svolto da assessore l’ho sempre fatto con il massimo della sintonia e della collaborazione con il sindaco, il quale è l’artefice e il perno della politica urbanistica, insieme al consiglio comunale. Mi dimetterò soltanto se sarà il sindaco a chiedermelo. Ma in quel caso dovrebbe dirmi il perché della sua decisione: in cosa differiscono le nostre idee.”
 
Per illustrare meglio alcuni concetti, al termine del suo incontro con il sindaco Sestri ha tenuto una conferenza stampa, nella quale ha ripercorso la storia del suo incarico: “nel 2001 fu il frutto di un accordo elettorale e politico. La lista “Libera per Calvaresi” che io rappresentavo doveva ricevere, in caso di vittoria della destra, garanzie specifiche in materia di urbanistica, cavallo di battaglia della lista. Fu firmato un accordo con il sindaco, che poi lo presentò alla sua maggioranza, la quale lo accettò a sua volta. Alle elezioni risultai il primo dei consiglieri eletti della lista alla quale appartenevo. Scattò l’accordo e fui nominato assessore all’urbanistica. Al mio posto, in consiglio comunale, subentrò Pino Nico.”
 
Sestri risponde alle accuse che gli vengono rivolte dai partiti (“ma non me le hanno rivolte direttamente”, precisa l’assessore): “il mio peccato originale sarebbe quello di aver presentato il Piano Idea, premessa del nuovo Piano Regolatore, all’approvazione del consiglio comunale nel dicembre 2002, senza essermi confrontato con i partiti di maggioranza. Anzi: secondo alcuni il Piano Idea doveva essere preparato proprio dai partiti della maggioranza. D’accordo con il sindaco, ho invece chiesto al consiglio comunale i criteri per il Piano Idea. Il consiglio comunale è infatti l’organo principe in materia di Piano Regolatore. E non si trattava di un piano a scatola chiusa, come qualcuno ha pure sostenuto.”
 
“Abbiamo condotto tutte le consultazioni possibili, prosegue Sestri, con i comitati di quartiere come con i partiti. Quanto a questi ultimi, il luogo istituzionale del confronto è la commissione urbanistica. In passato Eldea Angellotti, presidente facente funzione della commissione, aveva sollecitato due riunioni al mese sul Piano Regolatore. Non se ne è fatto nulla. Io stesso ho dovuto sollecitare la ripresa del dibattito. Ma anche agli incontri convocati dal sindaco si registravano assenze significative. I partiti hanno preso tempo. Si è atteso l’esito delle elezioni comunali a Grottammare. Alla fine è stato approvato un Piano Idea secondo me sminuito per alcune cose.”
 
“Ancora oggi, è la conclusione di Sestri, non so se nell’ambito della verifica di giunta in corso si sia parlato di contenuti, in particolare di urbanistica. Ma ho l’impressione che anziché parlare in primo luogo di contenuti e solo in seguito di uomini, si preferisca parlare innanzitutto di uomini. Ebbene, come uomo sono stanco di questa situazione, ma come soggetto politico ritengo di non dovermi dimettere, perché quello che ho fatto è condiviso dal sindaco e dalla stessa maggioranza, se è vero che nessuno mi ha obiettato il mancato rispetto del programma elettorale.”

06/08/2004





        
  



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