La chiesa di San Cristoforo Martire, sita i via D’Argillano, ha l’ingresso riconoscibile in quanto al suo esterno sul fronte sud verso all’angolo di via Sacconi è posta la “Fontana dei Cani”. La chiesa chiusa per ventisei anni è stata recentemente aperta al culto.

 

Scossa gravemente dagli eventi tellurici del millenovecentosettantadue e del millenovecentonovantasette è stata restaurata grazie ai finanziamenti erogati dalla Legge dello Stato n.61/98, dalla Regione Marche n.43/98 e dal determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.

 

La chiesa riaperta al culto in occasione della cerimonia “solennità dell’Ascensione al Cielo del Signore” il ventitre maggio dell’anno in corso, adesso è il palcoscenico di una serie di concerti di musica da camera organizzati dall’associazione Ascoli Piceno Festival nel rituale appuntamento del “Settembre in Musica”.

 

La chiesa di proprietà della Confraternità “Orazione e Morte” da notizia di se già dal millequattrocentonovantasei nel libro del Clero registro delle chiese. A parte ciò la chiesa che oggi vediamo è leggermente più recente, fu realizzata nel millecinquecentonovantotto.

 

La chiesa nel corso degli anni ha subito delle modifiche, in una stampa del Ferretti risalente al milleseicentoquarantasei è possibili individuare una torre campanaria, inoltre pare avesse un impianto diverso dall’attuale e una maggiore lunghezza.

 

La forma attuale risale al millesettecento dove Giuseppe Giosafatti, celebre architetto ascolano, commissionato da Filippo Mucciarelli per un corrispettivo di centottantasette scudi lavorò all’altare maggiore della chiesa e in seguito realizzò anche agli altari laterali.

 

Conservata integralmente la quadreria originale che risulta essere di alto valore storico artistico, anch’esse restaurate e riportate agli antichi splendori.

 

È possibile ammirare sopra l’altare maggiore la figura di San Cristoforo attribuita al pittore reggiano Venceslao Corrigioli e datata alla fine del sedicesimo secolo. Sull’altare destro c’è il dipinto “Il miracolo di San Nicola da Bari” dell’ascolano Ludovico Trasi vissuto nel diciassettesimo secolo. Il dipinto rappresenta una delle più alte espressioni barocche nella città di Ascoli.

 

Sull’altare destro è collocata la pala d’altare raffigurante “La Madonna delle Sette Spade”, l’autore è ignoto e l’opera è stata realizzata nel diciottesimo secolo. Sulla parete destra è collocato il dipinto “Le Anime Purganti” di Nicola Monti anch’essa realizzata nel diciottesimo secolo.

 

Da sottolineare che sotto l’altare maggiore e posta l’urna il legno dove è conservata la statua lignea con i resti del martire San Fulgenzio. Di notevole interesse storico è l’organo posto sopra la porta di ingresso, attribuibile a Gaetano Callido il quale è uno dei maggiori rappresentanti della scuola organara veneziana ed allievo di Pietro Nacchini. L’organo venne costruito nel millesettecentosettantatre ed è numerato al N°op.3.

 

L’organo racchiuso da una mostra decorata a motivi floreali e delimitato superiormente dal timpano sul quale svetta lo stemma dell’Ordine Benedettino della Congregazione Cassinese, anch’esso recentemente restaurato.