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“Il Progetto di Bach e Mozart”, la follia che porta alla verità

Ripatransone | Romeo Martel e Marco Di Stefano coinvolgono il pubblico nella loro “pazzia”, in cui il desiderio diventa realtà. Martel, ex-detenuto:”La mancanza di stimoli, là dentro l’ho compensata con il teatro”

di Adamo Campanelli

il cast al completo, al centro Virginia Salza, sulla sua sinistra Vianello, sulla destra, Marco Di Stefano, Martel, Antonio Ferdinando Di Stefano

Uno spettacolo sulla ribellione intesa come ultima risorsa per chiunque voglia, anche in condizioni disperate, cambiare la propria esistenza. Il Progetto di Bach e Mozart descrive condizioni di vita estreme, come quella di uno degli attori protagonisti, Romeo Martel, per 10 anni ristretto a San Vittore che, insieme al regista-attore Marco Di Stefano domenica scorsa hanno interpretato al Teatro Mercantini di Ripatransone, lo spettacolo di Adriano Vianello

La nuova produzione del Centro Europeo Teatro e Carcere presenta i modi e i ritmi di una compagnia, per sua natura, insolita che si avvale della lunghissima esperienza della regista Donatella Massimilla che ha lavorato per oltre dieci anni, con la “Nave dei Folli”, la compagnia storica del Carcere milanese di San Vittore. Il gruppo si mette in gioco proprio su un terreno congeniale, quello della drammaturgia e dell’attorialità nei luoghi di disagio.

E ci racconta la storia di due uomini e della loro ostinazione nel perseguire e realizzare un progetto di vita: Bach e Mozart, nomi di fantasia per due uomini che vivono internati in una clinica psichiatrica, sono due casi da analizzare e spiare con l’ausilio di telecamere nascoste. Una situazione di coattività che si traduce in un esperimento sull’evoluzione di vite folli, dove forse la follia nasce da un disagio reale, e finisce per produrre una aspirazione metafisica: Bach, da una sedia a rotelle, vorrebbe volare e diventare un Dio e Mozart, decisamente a suo agio in abiti femminili, si accontenterebbe di rinascere.

Ci provano, in diversi modi, giocano, lottano, fanno i “pazzi isterici”, ci provano più volte e alla fine dello spettacolo sembra che questo esperimento-progetto spiato come l’occhio del Grande Fratello, venga  abbandonato dai medici.

L’occhio si spegne per guardare altrove ed è in quel momento che avviene il miracolo, Bach  e Mozart realizzano il loro sogno. Bach costretto sulla sedie a rotelle si alza  “prende il volo” accompagnato da Mozart ormai diventato donna (interpretato da una bravissima  e bellissima Virginia Salza).

Romeo Martel è uno che «doveva correre per cancellare una macchia», per questo ha indossato un abito: quello dell’attore. «La mancanza di stimoli, là dentro - afferma - l’ho compensata con il teatro», che definisce «un fortino morale, non moralista». «I detenuti sono lo specchio rovesciato della società, invece oggi io, da attore, riesco a guardare la gente da 20, 30 metri in alto».

Romeo ci parla della sua lotta all’integrazione del suo “biglietto di ritorno” per il quale persone con il suo trascorso hanno una sorta di “abbonamento” grazie alla società.

”L’emozione, l’adrenalina per una rapina, ora ce l’ho sul palco, che mi permette di essere chiunque, posso in maniera lecita avere quel piacere che prima era solo illegale”.

”Non ho mai fatto del male a nessuno, rubavo solo soldi”–Ci tiene a precisare Romeo-   

Oggi è insegnante shatzu ed educatore a una scuola elementare a Severo, continuiamo a parlare con lui della sua infanzia, non delle migliori…è piacevole e il suo racconto ci fa riflettere e sentire più liberi, liberi di “volare”.

28/09/2004





        
  



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Un momento dello spettacolo, in piedi Martel
Un momento dello spettacolo, in piedi Martel

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