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L'organo d Andrea Marcon a Jesi

| JESI - Domenica 5 Settembre,ore 21, Maiolati Spontini, Chiesa di Santo Stefano.


 In collaborazione con il Festival Organistico di Treviso concerto a beneficio delle Opere Pie Spontini di Maiolati Spontini
L'immagine è degna di un pittore manierista: "Havendo i mantici corrispondenti al polmone, le canne alla gola, i tasti a' denti e 'l Sonatore in vece di lingua..." scrive Girolamo Diruta nel suo trattato in cui  parla dei meriti dell'organo: "che per eccellenza è cosi chiamato, raccoglie in se stesso tutti gli istrumenti musicali e tanto maggiormente è de gli altri più eccellente e più nobile, quanto meglio rappresenta la voce umana, operandosi in esso il fiato e la mano."

Il fiato e la mano è quanto basta a definire la virtù dell'organo.
Ed il fiato e la mano ci riportano alla stessa aria che passa per le canne. Che anche gli organi vadano soggetti alla famosa 'qualità dell'aria' che distingueva ad esempio i caratteri della pittura italiana? Che si possa addebitare all'aria, ancora prima che al fiato e alla mano gli stili e le scuole che si fronteggiano nel programma del concerto di questa sera, ben spartito fra autori italiani e francesi?

A scorrere prima il gruppo degli Italiens ritroviamo i grandi nomi della gloriosa scuola napoletana che i francesi - e non solo loro - impararono a conoscere meglio attraverso le loro opere, lungo tutto il XVIII secolo e che furono spesso, come nel caso di Pergolesi, protagonisti del dibattito culturale a Parigi.
Non mancano tre toccate di Leonardo Leo e le sonate di Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa ad allargare ancora più questo orizzonte limpido e chiaro, diremo quasi mediterraneo. 

I francesi invece sono tre organisti scelti per  passarsi idealmente il testimone l'uno con l'altro nel corso di un secolo, né più né meno di quello che hanno fatto gli italiani che però sono molti di più e non necessariamente votati all'organo. Con Nicolas Lebègue (1630-1702) lo strumento in Francia compì una rivoluzione considerevole sfruttandone le potenzialità fin dove nessuno si era spinto prima. Ed anche in veste di organista della Chapelle Royale esercitò un enorme influsso sui musicisti del suo tempo. Fra i suoi allievi probabilmente ritroviamo anche Jean Francoise Dandrieu (1682 - 1738) che oltre all'organo brillò anche in veste di clavicembalista.

E' soprattutto in questo periodo che la musica organistica francese afferma i suoi caratteri distintivi.
L'organo non evoca necessariamente musica severamente liturgica, ma dà vita piuttosto in questi decenni ad una alluvione di brani di brevi dimensioni che riflettono le forme delle arie e delle entrées in uso nella musica d'opera e di corte. Ed emblematica a questo punto apparirà la figura di Claude Balbastre (1727 -1799) l'organista che avrà il tempo di attraversare anche gli anni della Rivoluzione e del Terrore.

Allievo di Claude Rameau, il famoso neveu protagonista del racconto di Denis Diderot, Balbastre è nato in una famiglia che si è consacrata alla musica soltanto da una generazione. Arrivato a Parigi nel 1750 diventa presto famoso e la sua reputazione di virtuoso appassionato renderà celebri i suoi Noëls en variations. Al punto che l'arcivescovo di Parigi gli proibisce di suonare alla Messa di Mezzanotte nella chiesa di San Rocco per non distrarre i fedeli dalla preghiera. Madame du Deffand lo invita a suonare nel suo celebre salotto il fortepiano.
Negli ultimi anni della vita  Balbastre perderà i suoi incarichi regali ma non si darà per vinto e continuerà a suonare e comporre, arrangiando perfino la Marche des Marseillois. Magari rimpiangendo l'aria per lui più dolce dell'Ancien Régime.

Andrea Marcon
organo

Francesco Durante  Ouvertura in do

Giovan Battista Pergolesi  Sonata in fa

Leonardo Leo   Tre Toccate

Giovanni Paisiello   Sonata in si bemolle
   Andantino

Giacomo Insanguine   Sonata in do

Domenico Cimarosa  Sonata in si bemolle
   Largo
     
  Sonata in si bemolle
   Allegro   
 
Nicolas Lebegue    Simphonie en Re
        Une Vierge Pucelle
        A la venue de Noel
        Offertoire
 
Jean Francoise Dandrieu   Puer nobis nascitur
       Il n'est rien de plus tendre, Musette
       Quand le Sauveur Jesus Christ
       Carillon ou Cloches, Grand Jeu
 
Claude B. Balbastre    La Bellaud
       Marche des Marseillois
       "Aux braves defenseurs de la Republique francaise,
       l'an 1792 de la Republique"

 

04/09/2004





        
  



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