Lettera aperta del Presidente Rossi alla Fondazione Carisap
Ascoli Piceno | In merito all'eliminazione della Provincia di Ascoli Piceno dai soggetti designanti i componenti dell Organo di Indirizzo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.
di Massimo Rossi
Massimo Rossi
Egr. Presidente,
A fronte di tale stringente e fondamentale bisogno, che peraltro offre orizzonte e senso all investimento ideale ed allazione progettuale della Am- ministrazione provinciale da me coordinata e guidata, si registrano consapevolezze deboli e comportamenti incoerenti proprio da parte di enti ed istituzioni che sarebbero chiamati invece a svolgere unazione strategica e nodale nel percorso positivo che è necessario costruire. In questo senso abbiamo appreso con viva preoccupazione della decisione dellorgano di indirizzo di codesta Fondazione, la quale, nel modificare il proprio statuto, avrebbe eliminato, dal nucleo dei soggetti designanti i componenti dello stesso organo, la Provincia di Ascoli Piceno.
La distanza temporale che ancora ci separa dalla data di entrata in vigore dello statuto riformato mette al riparo queste mie riflessioni da ogni riduttiva interpretazione che voglia vederle dettate da ricerca utilitaristica di spazio e peso politico. Non è questa lottica nella quale ci muoviamo, quanto piuttosto a muoverci è lo scenario che si intravede delinearsi per questo territorio nel caso in cui logiche antiche e dannose di separatezza e frammentazione non siano definitivamente abbandonate.
Se proprio un attore del peso, economico e non solo, della Fondazione della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno si chiude in una sorta di dorato e splendido isolamento; se costruisce il suo Organo di Indirizzo, alla cui scelta è rimessa tutta lazione di intervento della Fondazione sul territorio, secondo principi di mera rappresentanza geografica o settoriale, pure legittimi, ma chiaramente frammentanti, in presenza di azioni che non potranno che essere non per incapacità dei soggetti ma per la struttura stessa dellorgano decisionale- la sommatoria di istanze locali se non localistiche; se, infine, dal medesimo Consiglio si estromettono proprio quei soggetti, quali la Provincia, che per funzione istituzionale e, almeno oggi, anche per impostazione politica debbono muoversi in ottica sovralocale e sistemica e lavorano per costruire un progetto veramente integrato del futuro Piceno, cioè, capace di esprimere una sintesi alta delle potenzialità locali, non appiattita sulla giustapposizione di circoscritte esigenze comunali; se tutto questo è vero, come è vero, allora ci sentiamo in dovere di lanciare un segnale di allarme.
Perché il rischio è che la strozzatura che stiamo vivendo anziché aprirci a percorsi nuovi e più avanzati ci risucchi definitivamente in pratiche difensive e perdenti.
Qualora, infatti, le forze centrifughe dovessero avere la meglio su quelle coagulanti e sistemiche, per questo territorio tutto diventerebbe più difficile. Perciò, per limportanza strategica che assume, riteniamo che su tale tema sia necessario aprire unampia riflessione che coinvolga in maniera estesa anche i cittadini e che, soprattutto, produca adeguati approfondimenti allinterno degli organi di governo della stessa Carisap e faccia loro maturare la volontà di ritornare, come noi auspichiamo, sulle decisioni prese.
sono certo che anche Lei sia consapevole del fatto, peraltro dimostrato da studi economici, storici, politici e psicologici, che nei percorsi di vita sia individuali che collettivi le strozzature ed il loro carico negativo di disorientamento e sofferenza diventano spesso opportunità, talvolta straordinarie e persino epocali, per la ricerca e l individuazione di strade nuove di crescita e sviluppo.
Ma possono essere anche snodi di marginalizzazione e definitiva perdizione. Il discrimine fra i due destini è segnato dalla capacità dei decisori di guardare al passato con libertà ed intelligenza critica ed al futuro con occhi nuovi, generosi e creativi: un bivio davanti al quale si trova oggi anche il nostro territorio provinciale, toccato da un declino industriale frutto di complesse cause esogene ed endogene, dallinvecchiamento della popo- lazione, da antiche ed irrisolte carenze infrastrutturali solo per citare le emergenze più urgenti- e nel contempo dotato di straordinarie risorse umane, ambientali, culturali e progettuali che chiedono con forza di essere attivate in modo organico, sinergico, integrato perché insieme siano capaci di fare massa critica dinanzi alla crisi strutturale che stiamo vivendo e perché nel sistema ciascuno trovi quella forza che individualmente non può avere e che invece è necessaria per avviare una fase nuova di benessere e serenità.
Ma possono essere anche snodi di marginalizzazione e definitiva perdizione. Il discrimine fra i due destini è segnato dalla capacità dei decisori di guardare al passato con libertà ed intelligenza critica ed al futuro con occhi nuovi, generosi e creativi: un bivio davanti al quale si trova oggi anche il nostro territorio provinciale, toccato da un declino industriale frutto di complesse cause esogene ed endogene, dallinvecchiamento della popo- lazione, da antiche ed irrisolte carenze infrastrutturali solo per citare le emergenze più urgenti- e nel contempo dotato di straordinarie risorse umane, ambientali, culturali e progettuali che chiedono con forza di essere attivate in modo organico, sinergico, integrato perché insieme siano capaci di fare massa critica dinanzi alla crisi strutturale che stiamo vivendo e perché nel sistema ciascuno trovi quella forza che individualmente non può avere e che invece è necessaria per avviare una fase nuova di benessere e serenità.
A fronte di tale stringente e fondamentale bisogno, che peraltro offre orizzonte e senso all investimento ideale ed allazione progettuale della Am- ministrazione provinciale da me coordinata e guidata, si registrano consapevolezze deboli e comportamenti incoerenti proprio da parte di enti ed istituzioni che sarebbero chiamati invece a svolgere unazione strategica e nodale nel percorso positivo che è necessario costruire. In questo senso abbiamo appreso con viva preoccupazione della decisione dellorgano di indirizzo di codesta Fondazione, la quale, nel modificare il proprio statuto, avrebbe eliminato, dal nucleo dei soggetti designanti i componenti dello stesso organo, la Provincia di Ascoli Piceno.
La distanza temporale che ancora ci separa dalla data di entrata in vigore dello statuto riformato mette al riparo queste mie riflessioni da ogni riduttiva interpretazione che voglia vederle dettate da ricerca utilitaristica di spazio e peso politico. Non è questa lottica nella quale ci muoviamo, quanto piuttosto a muoverci è lo scenario che si intravede delinearsi per questo territorio nel caso in cui logiche antiche e dannose di separatezza e frammentazione non siano definitivamente abbandonate.
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