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L´impegno a favore dell´Anpi, "dimenticato" da Berlusconi!..

Ascoli Piceno | ...la resistenza ascolana, "dimenticata" da Celani!

di Emidio Catalucci*

Sono orgoglioso di essere nato ad Ascoli Piceno, città insignita nel 2001 della Medaglia d´Oro al Valor Militare per attività partigiana, e capoluogo di una Provincia, anch´essa insignita nel 1976, dalla stessa onorificenza.

I gonfaloni dei due Enti sono impreziositi di questo ambìto riconoscimento. Stesso oro, stesso nastro azzurro, stessa motivazione: quella, appunto, di medaglia d´oro al valor militare per attivita´  partigiana.

Furono propri i fatti di Ascoli e di  Colle San Marco, insieme al sacrificio di 278 cittadini, militari e partigiani uccisi dai fascisti e dai tedeschi in tutta la Provincia di Ascoli, ha consacrare la città di Ascoli come degna della Medaglia d´oro per la Resistenza. Ascoli fu la prima città ribelle in Italia.

Il 12 settembre 1943 i tedeschi erano sicuri di poter imbavagliare Ascoli come avevano già fatto con altri centri. Incontrarono invece i nostri soldati, i primi partigiani, il nostro popolo che difesero la città e li costrinsero alla resa, preparandosi alla battaglia di Colle San Marco del 2-5 ottobre 1943. Lo stesso Badoglio, a Radio Italia Libera, il 14 settembre incitava gli italiani a ribellarsi ai tedeschi citando, ad esempio, il comportamento glorioso dei patrioti e dei militari di Ascoli del 12 settembre.

I fatti della Resistenza ascolana, iniziata dopo soli 4 giorni dall´armistizio, rappresentano la pagina più alta della Storia della città, il livello di maturazione politica, morale e sociale più elevato raggiunto dalla popolazione ascolana. I figli migliori di Ascoli  lottarono eroicamente per difendere ideali e valori universali: per la libertà, la giustizia, la pace.

Con le loro gesta, con la loro Resistenza, contribuirono a sconfiggere il fascismo e l´invasore tedesco e fondare la Repubblica Italiana. Questi fatti furono ricordati con parole solenni dallo stesso Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,  che, in una giornata storica,  il 25 aprile 2002, personalmente consegnò la Medaglia sul gonfalone della città.

Queste medaglie sono appuntate sui gonfaloni del Comune e della Provincia di Ascoli Piceno, ma simbolicamente sono appuntate sui petti di tutti noi cittadini ascolani e piceni. Bisogna esserne fieri ed orgogliosi, camminare a testa alta per questo riconoscimento, esserne degni. Un esempio per le giovani generazioni per ricordare e per non dimenticare mai le proprie origini e radici antifasciste e democratiche.

Oggi,  per essere degni di portare questa medaglia, è necessario  che,  ogni giorno, ognuno di noi, a maggior ragione chi riveste ruoli istituzionali, si adoperi nell´impegno di ricordare, vivere e trasmettere agli altri, soprattutto ai giovani,  i valori immutati, perenni ed indissolubili che hanno portato alla costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza. Se si dimentica il proprio passato, si è condannati a riviverlo!

Lo devono sapere i giovani, ma lo dobbiamo ricordare anche al Sindaco della città, che scientemente e volutamente dimentica la motivazione di questa onorificenza, di fatto svilendo e ridicolizzando questo importante riconoscimento per la intera città.

E´ veramente stucchevole e surreale oltreche offensiva, la diatriba che il Sindaco ha  voluto creare, nascondendo come fatto formale, tecnico e burocratico,  una "dimenticanza"  puramente politica ed ideologica.

Ma cosa altro potevamo aspettarci da un esponente di una coalizione, quella di centro-destra, la stessa che a livello centrale ha deciso un taglio dei finanziamenti previsti a favore dell´ANPI per le celebrazioni del 60° anniversario della Liberazione e che ha già predisposto un disegno di legge col quale si riconosce ai militi di Salò la qualifica di legittimi combattenti? Il provvedimento non solo è un atto discriminatorio nei confronti dell´ANPI ma investe tutte le Associazioni partigiane e combattentistiche, comprese quelle dei deportati.

Nel 60° anniversario della Liberazione, che  coincide con quello della fine della seconda guerra mondiale, le rappresentanze dei superstiti di quella tragedia vengono considerate immeritevoli di ottenere i mezzi necessari a celebrare dignitosamente l´avvenimento.  Ritengo inaccettabile il disegno del Sindaco e del governo Berlusconi che intendono estinguere la memoria storica del nostro Paese anche attraverso questi fatti.

E´ necessaria una risposta chiara e decisa da parte  di tutti i cittadini democratici della nostra città e del Paese contro questo ennesimo tentativo di cancellazione e di mistificazione della Storia. Aderisco alla campagna di sottoscrizione,  rilanciata anche dalla SPI-CGIL di Ascoli Piceno, a favore dell´ANPI, per essere al loro fianco in questa battaglia politica e culturale.

Non farlo sarebbe imperdonabile. Lancio un appello affinché sia massiccia la presenza di tutti i cittadini, lavoratori, insegnanti, studenti a Colle San Marco per domenica prossima, per ricordare degnamente il 61° anniversario della Resistenza ascolana. Concludo con una proposta che  sottopongo, innanzi tutto, alle Associazioni partigiane.

Il  2005  è anche il 60° anniversario di un evento del quale la Liberazione d´Italia è solo un episodio: la fine della seconda guerra mondiale. Io credo che sarebbe adempimento di un dovere morale e politico collegarsi con le rappresentanze della Resistenza della intera Europa per lanciare, tutti insieme, ai popoli, un manifesto che saldi passato e futuro e richiami i potenti del mondo alle loro responsabilità.

La Resistenza europea si propose, infatti, l´obbiettivo di unificare il mondo della pace per la fine di tutte le guerre. In un mondo pieno di guerre, ingiuste ed illegali,  dobbiamo elevare, a livello di Europa unita, il nostro messaggio di speranza e di Pace. Per un mondo, nuovo e possibile, dove il rispetto della persona umana, del suo diritto alla vita nella libertà e nella pace, sia levato all´altezza di un valore universale.

*Consigliere Comunale dei Comunisti Italiani

01/10/2004





        
  



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