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I dipendenti pubblici vogliono un aumento dello stipendio di almeno l’otto per cento

Ascoli Piceno | I dirigenti dello stato per motivi di contenimento della spesa pubblica gli hanno offerto il due per cento

di Federico Biondi

Tutti i dipendenti degli enti locali e degli enti statali mercoledì venti ottobre hanno scioperato dalle ore dodici alle ore quattordici iniziando così una serie di lotte per il rinnovo del contratto.
 
I lavoratori del pubblico impiego sono preoccupati dalle dichiarazioni del ministro Maroni e del ministro del pubblico impiego Mantella in riferimento all’aumento salariale del contratto del lavoro e al contenimento dello stesso entro il due percento dello stipendio.
 
I dipendenti pubblici non accettano questa limitazione in quanto l’inflazione non è contenuta entro questo valore, quindi chiedono l’aumento del salario di almeno l’otto per cento sembrandogli una richiesta più che ragionevole. Un aumento che le associazioni sindacali unitarie giustificano in base ai conti fatti sull’inflazione attesa e sull’inflazione che è aumentata nell’ultimo biennio.
 
“Siamo in ritardo sul rinnovo del contratto, ma scendiamo in piazza per rivalutare il ruolo del lavoratore pubblico”.
 
In qualche modo il dipendente della pubblica amministrazione è divenuto il bersaglio del ministro Mantella, il quale  addita la categoria come nulla facenti, e vorrebbe esternalizzare il lavoro al fine di snellire la macchina burocratica (i costi) e quindi privatizzare i servizi.
 
“Siamo contrari a queste operazioni che hanno dimostrato nel tempo che non sono efficaci e non generano risparmi e servizi nuovi per i cittadini”.
 
Sono in programma tre ore di sciopero per l’undici novembre e poi un pacchetto di ore da distribuire nei mesi di novembre e dicembre.

20/10/2004





        
  



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