Ritengo necessario chiarire, per la parte che mi riguarda, quanto scritto dal presidente della commissione provinciale “politiche del lavoro” Beverati (Rifondazione Comunista) circa il mio “imbarazzo” durante la seduta che mi ha portato ad abbandonare l’aula.

 

È da premettere che il tema dibattuto concerneva la crisi del comparto agroalimentare ma, invece di invitare il presidente del centro agroalimentare e il presidente del Coico di San Benedetto, è stato invitato il presidente dell’Asteria.

 

Da notizie più volte apparse sulla stampa questa società era in un lungo elenco di partecipate dalla Provincia da sopprimere, invece ce la ritroviamo in consiglio provocale quale promotrice di un accordo tra soggetti pubblici per una “proposta progettuale” mai presentata dall’attuale consiglio e, nello stesso tempo, mentre gli altri partner mettono denaro e risorse umane, l’Asteria è destinataria di ben 300 mila euro (metà Regione e metà Provincia) per elaborare la sua proposta.

 

Ho contestato fortemente tale procedura sia nella forma che nei contenuti, ritenendo che in un momento di grave crisi economica e occupazionale, quando intere famiglie hanno problemi di sussistenza quotidiana, pagare 600 milioni di vecchie lire per la realizzazione di un progetto mai visto che in commissione ci è stato “riassunto” in n. 2 paginette, sia scorretto e offensivo per quanti fanno fatica ad arrivare alla fine del mese.

 

Non solo, ma la stessa Asteria, in una delibera di giunta provinciale del 4 ottobre, viene inserita in un protocollo d’intesa con l’amena, quanto assurda motivazione che “eroga valore aggiunto”! È un primato universale, è la prima e l’unica che eroga valore aggiunto, cioè aria fritta. Non è dato sapere quanto costerà tutto ciò ai cittadini piceni.

 

Ma chi è Asteria? Ho avuto occasione di dire in consiglio provinciale che, da una visura camerale, il consiglio di amministrazione della stessa assomigliava più ad un direttivo di partito il cui presidente, Dante Bartolomei (DS), già sindaco di Offida, già consigliere regionale, già consulente (sic) del Consind nella gestione Bastiani (consulenza pagata 65 milioni di lire), è diventata apparentemente l’interlocutore principe della Provincia per risolvere i problemi del comparto agroalimentare della vallata del Tronto, mentre non si è tenuto in alcun conto, contrariamente a quanto fatto per il fermano, della presenza del Coico il cui programma di sviluppo, elaborato sulla base di una analisi seria e documentata, non è stato tenuto in alcuna considerazione. Rimando al presidente della commissione Beverati il suo modo, artatamente falsato, di interpretare i comportamenti degli altri e veicolarli in modo improprio e scorretto; ho abbandonato la seduta perché, ancora una volta interessi di parte e di partito sono risultati prevalenti su quelli dei cittadini.

 

*capogruppo UDC presso la Provincia di Ascoli Piceno