L’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto merita di essere citata nel guinness dei primati per aver dedicato il 70%  del suo tempo a cercare di risolvere beghe interne, il 10% a discutere di “casinò”, il 18%  a ricerche di mercato assessorili e il 2 % a cercare di risolvere i problemi dei cittadini con risultati nefasti.

Il sindaco, che non ha più una maggioranza, è stato costretto, nella convocazione dell’ultimo consiglio, a ricorrere alla seconda convocazione in cui il numero dei consiglieri necessari per deliberare è previsto con il minimo.  Eppure il sindaco, che ha sotto gli occhi questi dati, non si rassegna, non vuole dimettersi, pensa che le sollecitazioni che vengono dall’opposizioni siano strumentali e rimane inchiodato alla sua poltrona a dispetto di tutto e di tutti, come un bambino che ha avuto il suo giocattolo e non vuole lasciarlo. Davanti allo specchio continua a giustificarsi ripetendosi incessantemente: “i cittadini mi hanno dato la fiducia, mi hanno votato e io rimarrò al mio posto fino alla fine!”

Lui forse non ha ben capito che il giocattolo, la città di San Benedetto,  sta perdendo giorno dopo giorno, tutte le opportunità per il suo sviluppo, per il lavoro, per la cultura, per il turismo, per il commercio, per la pesca, per la solidarietà, per l’assistenza agli anziani, per i giovani…..

Sindaco, forse è arrivato il tempo che  lei si separi da questo giocattolo, non possiamo, in questo momento di crisi nazionale e internazionale, rallentare la corsa di questa città e visto che i consigli che le hanno dato i suoi amici, i suoi parenti, i suoi elettori, i consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione  non sono stati in grado di farla dimettere, è giusto che siano i cittadini a chiederglielo.

L’invito e l’appello che faccio ai cittadini di San Benedetto è quello di inondare, da domani mattina, attraverso fax, e-mail, lettere, telegrammi, cartoline, sia le sedi dei giornali locali,  che il comune  (fax 0735/ 86515) con le parole “sindaco, si dimetta!  Il gioco è finito!  San Benedetto del Tronto  non può più attendere!”. Grazie.