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Discriminazione: è la volta degli omosessuali

| ROMA - In queste ultime settimane diversi i casi, un poliziotto licenziato perché gay, per Dario Mattiello capo della segreteria particolare del vicepresidente del Senato, una foto al Gay Village e Fisichella lo caccia. Cosa dicono gli italiani?

di Adamo Campanelli

”Se una persona può essere licenziata in quanto gay, torniamo indietro di 30 anni”.
 
Queste le accuse da parte delle associazioni a difesa degli Omosessuali all’indomani dei casi che in queste due ultime settimane si sono registrati e resi pubblici.
 
Due le istituzioni nazionali coinvolte: la Polizia e il Senato.
 
Nel primo caso, la presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli,  Rossana Praitano ha reso noto che l'agente, E.D., di 33 anni, ''da vittima di un aggressione è diventato accusato e perseguitato per il suo orientamento sessuale'', tanto da finire sotto processo, che si terra' tra qualche giorno a Roma, per favoreggiamento e simulazione di reato.

L'uomo in servizio nella capitale, un anno fa è stato aggredito, malmenato e derubato da due uomini nella sua abitazione. I vicini hanno dato l'allarme alla polizia, che ha trovato l'agente in terra, insanguinato. Gli investigatori, sempre secondo il circolo, hanno portato via dall'appartamento della vittima un computer e nei dati in esso contenuti hanno scoperto il suo orientamento sessuale. Invece di aggressione l'episodio è stato qualificato come gioco erotico pericoloso finito tragicamente e da lui stesso consapevolmente organizzato ed il poliziotto sarebbe stato per questo sospeso e poi licenziato. Un'altra accusa di cui dovrà rispondere è quella di favoreggiamento, perchè la vittima, a detta dei suoi colleghi, sarebbe restia a rivelare l'identità degli uomini che l'hanno aggredita continuando a dire di non conoscerli''.

Sconcerto tra le associazioni omosessuali. "E' una tendenza pericolosa, un attacco ai gay, nato con i casi di Buttiglione e Tremaglia - dice Imma Battaglia, leader dell'associazione DìGayProject - ora si attacca uno dei problemi principali che spingono i gay a non dichiararsi: la preoccupazione di perdere il lavoro.

Arriviamo a Dario Mattiello. E' stato, per otto anni, e fino al luglio scorso, capo della segreteria particolare del senatore Domenico Fisichella. Ma ha perso il posto. Licenziato in tronco. Che cos'ha fatto? "Nel giugno scorso mi hanno fotografato a mia insaputa mentre ero, con mia sorella ed altri amici, al Gay Village di Roma"- racconta-

Molte le provocazioni da parte degli esponenti politici all’indomani del fatto.
 
Il diessino Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, ha presentato un'interrogazione alla Camera; il senatore verde Fiorello Cortiana che, mentre prepara adesivi da distribuire a Palazzo Madama( La scritta: "E se fossi un collaboratore gay?") denuncia: "E' impensabile che uno venga licenziato perché frequenta locali per omosessuali".

Poi proprio alcuni giorni fa arriva la “fatina” Prestigiacomo che lo riassume gridando a gran voce: "Nessuno può essere discriminato sul lavoro, Mattiello ha un curriculum eccellente: lavorerà con noi".

Polemico il ministro della Giustizia Castelli: "Mi piacerebbe sapere se la collega Prestigiacomo ha deciso di assumere Dario Mattiello in base alle sue capacità oppure per la sua supposta omosessualità. Nel primo caso non avrei nulla da eccepire, ma nel secondo caso la decisione mi sembrerebbe a sua volta una discriminazione, ma nei confronti delle persone non omosessuali".

Insomma la discriminazione della discriminazione?
 
E noi? Come la pensiamo? Tramite un campione rappresentativo da una ricerca effettuata da Ekma Ricerche è emerso che l’omosessualità è considerata una libera scelta (40%), un vizio(25%) un modo di vivere la propria sessualità (22%) una malattia (10%) nessuno di questi (3%).
 
Per quanto riguarda i diritti c’è una vasta maggioranza (il 70%) che pensa che non debbano averli come gli eterosessuali, il 22% si, l’8% non sa.
 
E sulla discriminazione degli omosessuali in Italia qual è il pensiero diffuso? Il 55% dice che non c’è discriminazione, il 27% si, il 18% non sa.
 
La cosa su cui riflettere riguarda la risposta che viene data alla domanda “se sapesse che un suo caro amico è omosessuale, cambierebbe atteggiamento nei suoi confronti?” Il 40% smetterebbe di frequentarlo, il 20% non cambierebbe atteggiamento, il 10% cercherebbe di redimerlo e ben il 30% non sa e non risponde (o non vuole rispondere?).

18/11/2004





        
  



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