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Omicidio Cappetti, per mandanti cade accusa intenzionalità

| VILLA ROSA - Condannati i due marchigiani Gianfranco Schiavi e Mario Pugliese responsabili della spedizione punitiva in cui, il 10 gennaio del 1996, morì Luigi Cappetti, titolare del circolo privato Ribot.

La Corte d'assise di Teramo ha infatti condannato i due marchigiani Gianfranco Schiavi e Mario Pugliese, ritenuti rispettivamente il mandante e l'organizzatore, a otto anni e quattro mesi di reclusione ciascuno per omicidio preterintenzionale.

Cappetti, 54 anni, di Alba Adriatica, fu freddato con un colpo partito dalla sua pistola nel cortile del club, quella sera chiuso per lavori, al termine di una colluttazione. Secondo quanto stabilito dai giudici del primo grado - la Corte d'Assise di Teramo - e poi confermato anche se con il dimezzamento della pena, dai giudici d'appello dell'Aquila, a uccidere materialmente Cappetti furono Salvatore Anzioso, di Casoria (Napoli), e Gianni Giorgetti, di Cingoli. Insieme a loro fu condannato anche l'altro presunto organizzatore, il napoletano Salvatore Campanile.

Secondo la sentenza emessa ieri dalla Corte d'Assise di Teramo (presidente Giuseppe Antonio Cassano, a latere Antonella Di Carlo), i mandanti Pugliese e Schiavi - quest'ultimo accusato tra l'altro anche per la strage di Sambucheto, presso Recanati  - ordinarono soltanto una punizione, un pestaggio o un gesto intimidatorio nei confronti di Cappetti, sfociato poi nel delitto per la violenta reazione dello stesso titolare del circolo privato.

Si trattò dunque, secondo l'esito del processo, di omicidio preterintenzionale, come ora derubricato dall'originaria accusa di omicidio volontario.

23/11/2004





        
  



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